Mestieri
rappresentante di commercioLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Argentina, GermaniaData di partenza
1974Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Pietro cresce con compagni di gioco indios, parla argentino, a scuola impara il castigliano e in casa parla il dialetto calabrese. L’italiano è, per lui, una lingua misteriosa.
Dopo ho saputo in che ristrettezze vivessimo, ma io non percepivo la mancanza di niente. Anzi a me sembrava che avessimo tutto. Mi sentivo un signore, specialmente quando entravo nelle baracche dei miei amici indios. In fatto d’igiene eravamo avanti anni luce.
Un nome, allora, veniva pronunciato con grande speranza da parte erutti i diseredati: Peron, e ancora con più benevolenza: Evita Peron. “Un angelo sceso in terra!”, dicevano. Tutti si aspettavano un beneficio da parte di Evita Peron. Bastava chiederglielo.
Quando si diffuse la notizia della sua morte prematura fu un grande lutto per tutti “los descamisados” e per tutta la nazione.
In Argentina l’ltalia, per me, era Il Corriere della sera, che papà comprava ogni volta che andavamo a Linieres. In quell’occasione, se c’era, comprava anche il Corriere dei Piccoli che poi lui a casa mi leggeva.
Il Signor Bonaventura, con il suo grosso farfallone al collo, pantaloni ampi e giacchetta stretta dai colori sgargianti, è rimasto nei miei occhi.
Le didascalie sotto le vignette, scritte in rima, davano una musicalità straordinaria alla lingua italiana che io ascoltavo solo in quei momenti quando mio padre me le leggeva, perché per il resto in casa si parlava in dialetto.
Il Signor Bonaventura è stato il mio primo approccio alla lingua italiana. A scuola imparavo il Castillano e con i miei amici di giuoco parlavo l’argentino. […]
“El Barquito”: il mio primo libro di lettura. Su quel libro imparai a leggere. Su di esso ho conosciuto il volto disegnato di quel Cristoforo Colombo, italiano di Genova, scopritore delle Americhe. Il volto era in primo piano, e dietro ad esso c’erano le tre caravelle, su un mare procelloso, mentre si approssimavano ad un spiaggia,
Che emozione mi trasmetteva quella pagina del libro!
Quella pagina emanava un mistero del quale, in una certo senso, mi sentivo partecipe. L’Italia, il mare, il cielo, la navigazione verso l’ignoto e poi all’improvviso, quando ormai ai naviganti cominciava a venire meno il coraggio e sembrava che dovesse essere sempre così: acqua e cielo, cielo e acqua, ecco che all’improvviso, insperato… terra, terra! L’America! Dopo tanta acqua l’America!
Per Cristoforo Colombo, forse, era stato come per me. Mi sentivo d’avere molto in comune con lui. […]
Un’altra grande emozione era la radio. Il notiziario dall’Italia, di notte, cercato da mio padre, girando lentamente la manopola per scartare le scariche e centrare la stazione. Io leggevo sul piccolo quadrante illuminato: Roma, con accanto un numero. Poi all’improvviso si sentiva una voce in italiano che andava e veniva. Che miracolo! Che mistero! Lì dietro quelle vetrine illuminate c’era l’Italia. […]
Da allora sono passati altri anni e mi ritrovo di nuovo su un bastimento, questa volta non più solo con mia madre, ma con mio padre e mia sorella, nata a Buenos Aires. Si ritorna in Italia! La rivoluzione, la caduta di Peron e altri avvenimenti hanno convinto Papà a far ritorno in Italia.
Il viaggio
Mestieri
rappresentante di commercioLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Argentina, GermaniaData di partenza
1974Periodo storico
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