Il dolore del distacco

Napoli li 20 agosto 1960 ore 17,15

Sono pochi minuti che la T. N. Roma ha levato l’ancora dal porto di Napoli, ancora si notano le case di Napoli.

Non è certo un momento gioioso per me, dopo aver lasciato sulla Banchina la mia Antonietta, il mio Mimmo, la mia sorella e i miei cognati Marcello e Salvatore.

Non so descrivere il mio stato d’animo, si può ben comprendere dopo aver lasciato i miei cari figli Francesca, Lucia, Luigi e Amalia nonché i miei cari genitori e tutti gli altri parenti si può ben capire tutto quello che io non so descrivere, tale e il dolore di questo distacco.

Spero e prego la Vergine S. S. della Civita che dia a me e alla mia famiglia la fortuna di ritrovarci al più presto tutti riuniti e in migliori condizioni economiche chiedo a Dio la forza di sopportare questo lungo viaggio e la Benedizione un lavoro umano e ricompensato.

Dopo Messina li 21 agosto 1960 ore 9,9

Siamo salpati da Messina da due ore circa, si notano ancora le coste siciliane e calabri, il mare è calmo, tutto procede bene. Dopo una notte di sonno alquanto tranquillo, mi sono alzato alle 6, ho fatto una passeggiata in coperta, alle ore 7,30 ho preso il latte e il caffè, alle otto ho ascoltato la S. Messa nel salone di classe turistica.

Forse il momento che ho pensato meno ai miei cari lasciati in patria, è stato proprio mentre ascoltavo la Messa, assorto nella preghiera alla Vergine acciocché esaudisse i miei desideri.