Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1951Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Dalla politica all’amore, dal clima alla vita di tutti i giorni, Rocco Capezzone si abbandona a un flusso di coscienza declinando in più direzioni il grande tema dell’emigrazione.
Se tornassi ragazzo, sputerei in faccia a Hitler, Mussolini, Franco, Churchill, Truman, Stalin, e de Gaulle. Mi sento fregato da loro, essi mi rovinare una vita, potevo forse arrivare ad essere un professore di storia di geografia, chissà uno scrittore o magari un buon prete ed invece grazie a loro sono un emigrato, boia di un mondo cane.
Almeno, grazie al buon Dio, ho tre figli laureati, almeno essi, hanno potuto scegliere loro destino, io certamente no, si emigra per lavorare e non per laurearsi, emigrato non ha tempo per pensare al suo destino, il destino lo fa.
In questo mio terzo mondo latino americano, dal Mexico fino alla Patagonia, Cristo cammina ancora scalzo e nudo ed una corona di spine, cinge la sua testa, sono troppi bimbi ed i vecchi che muoiono di fame, di sete, di freddo e di paura. La giustizia sociale ancora lontana da noi e sebbene sia abbia i piedi sprofondati nel fango, non perdiamo di vista le stelle, che sotto i cieli di questi mari del sud, brillano più che altro ove è… Noi bene lo sappiamo.
Giorni fa, per Natale, ho fatto il presepio, l’ho fatto per i miei nipotini, mi ha dato una mano a mia moglie che sebbene morta da molti anni, era accanto a me, la sentivo vicina, la vedevo quasi, poi spariva, perché le lacrime mi offuscavano gli occhi. Che strano, fare il presepio di Natale con 40° di caldo. Dopo tanti anni, ancora non mi abituo a certe cose-e vieni in una grotta, al freddo e al gelo“… Che freddo, che gelo… Che caldo, quasi 40 all’ombra in quest’America latina mia, terzo mondo latino americano.
L’anno scorso, mi recai a Buenos Aires, per ricevere un premio letterario, vinto da me è scritto in lingua spagnola. Dovetti fare più di 1000 km di viaggio, attraverso le grandi pianure. Avevo il premio in mano stringendolo forte dopo la cerimonia, mi recai al porto, proprio dove sbarca hai 43 anni fa da emigrante. Quanti ricordi, quanti anni e quanta nostalgia, che stretta al cuore. Una rondinella volava su di me ed io ero sicuro che sta pure era il migrante. Mi salutava e mi parlava delle mie Dolomiti natia, della mia casetta accovacciatali sul confine italo-austriaco. La riconobbi perché tutti gli anni, sempre la stessa data torna in Italia,Io invece no, non sono tornato mai più, perché io non sono una rondinella.
Il viaggio
Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1951Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Rocco Capezzone
“Mamma son tanto felice…”
Mendoza - (Argentina) – 20.4.94 Giorni fa stavo pescando proprio nella darsena del grande porto cileno di...
“La mia Buenos Aires”
Buenos Aires non è solamente la capitale argentina, per tutti i milioni di emigranti, spersi in...
“Chi dice patria”
(Pensando en voz alta) (Pensando ad alta voce) A me personalmente, la parola patria non piace molto, perché...
Lettera aperta
Mendoza – Argentina – 14 luglio 2000 ESTIMADO DIRECTOR DE: PRIMAPERSONA SEÑOR PERIODISTA SAVERIO TUTINO SENDEROS AUTOBIOGRAFICOS Lettera aperta Cara e...