Addio Argentina

Il 7 di agosto 1955 una notizia venne per cambiare la mia vita fù come se mi avessero tolto le braccia, il mio babbo mi aveva lasciato per sempre e non ho potuto rivederlo, da quel giorno nella mia mente era un susseguirsi di rimpianti, l’ossessione di non rivedere più nessuno mi bloccò ad ogni costo volevo tornare a casa mia, anche la mia mamma era rimasta sola.

Passò un pò di tempo, mi scrisse che dovevo tornare, aveva bisogno di me e dovevo farlo subito perché se uno dei miei figli si fosse sistemato non sarebbe stato possibile lasciarlo, anche questa volta mio marito fù comprensivo, e si decise a tornare in Italia.

Era il mese di settembre del 1963 in ogni angolo delle strade avevano posto dei grandi autoparlanti davano la notizia che il nostro Papa Giovanni il Papa buono come si chiamava quà ci stava per lasciare per sempre, lo ricordo come se fosse oggi, tutta la gente piangeva, non voleva credere di doverlo perdere; noi si stava preparando le valigie le nostre lacrime si unirono al dolore che si fece ancora più forte.

Ogniuno di noi abbiamo un destino, dopo 16 anni passati nella gloria vissuti come in paradiso era arrivato il momento dell’addio.

Si arrivò al porto, e come quando si partì nel 1947 si vide la nave già pronta, una nave italiana di nome Giulio Cesare corredata di ogni conforto, anche il viaggio prometteva bene, si salì nel ponte, con uno sguardo abbracciai tutta l’Argentina volevo dimostrargli la mia riconoscenza per tutte quelle cose belle che mi aveva offerto, su quella terra mi sono nate due bambine perciò la consideravo la mia seconda patria, e come quando lasciai l’Italia, il mio desiderio era quello di ritornare, lasciando l’Argentina fù la stessa cosa.