Mestieri
agronomoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
SomaliaPeriodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Temi
violenzaTemi
violenzaValerio Gerini è un agronomo con molte esperienza di vita e lavoro in Africa, in particolare in Somalia, negli anni Cinquanta del Novecento.
Può sembrare assurdo parlare ai giorni nostri di schiavi, ma quello che racconterò è accaduto oltre un decennio fa, davanti alle coste della Somalia. Un sambuco, per una avaria, aveva fatto naufragio. Salvato, penso dalle autorità marittime, oltre all’equipaggio, c’erano diversi ragazzi, che certamente non si trovavamo a bordo per fare una crociera, né tanto meno si era no imbarcati clandestinamente, perché sul sambuco non esistono nascondigli, o in cerca di avventura. La notizia giunse a Merca (io mi trovavo in questa città) da dove era partito il sambuco. Per questo fatto mi è tornato alla mente quanto avevo visto in Senegal. Nell’isola di Goree che dista qualche chilometro dalla capitale, Dakar, ed è raggiungibile con i ferry boat, si trova “La casa degli schiavi”. È un edificio con una serie di celle più o meno grandi, dove venivano ammassati gli schiavi comprati dai negrieri sulla costa occidentale dell’Africa, dai mercanti arabi che li facevano catturare all’interno del continente, in attesa dell’imbarco per l’America. Entrato in una di una di quelle celle pensavo a quegli esseri umani, di come saranno stati trattati, poi il viaggio sulle navi, stivati come fossero merce varia. Anche a Capo Verde, nell’Isola di Sao Tiago, c’è una località a pochi chilometri da Praia, la Citade Velha. Questo sito fu scoperto dal primo navigatore, sembra un veneziano, al soldo dei portoghesi di ritorno da un viaggio lungo le coste dell’Africa. Negli anni successivi questa località diventò tristemente famosa, perché quando il mercato degli schiavi “non tirava” vi venivano depositati in attesa di tempi migliori. Infatti la popolazione della Repubblica di Capo Verde è per 80 per cento meticcia e 20 per cento di varie etnie dell’Africa. Anche se oggi la lingua ufficiale è il portoghese, all’interno si parla il creolo, misto di idiomi africani e portoghese. Nella piazzetta della cittadina vi è una colonna di marmo con alla sommità dei bracci, (detta colonna dell’infamia) perché venivano impiccati gli schiavi che riuscivano a fuggire e che poi venivano riacchiappati. La voce popolare dice anche che gli stessi portoghesi li facessero fuggire, perché col tempo popolassero le varie isole che intorno al 1460 erano disabitate. Oggi le varie isole che costituiscono la Repubblica di Capo Verde sono abitate da circa 400.000 abitanti.
Il viaggio
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