Mestieri
marinaio, commercianteLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
Eritrea, ArgentinaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Severo Giuseppe Cozzani riavvolge il nastro della sua vita, raccontando l’infanzia e l’adolescenza difficile vissuta in provincia di Genova, negli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale.
1918, Sono nato, i miei genitori ambi analfabetta – 4 figli, 3 maschi e una femmina, un nonno paterno della calasse 1842, checo con cattaratetio sono il fratello piú piccolo. 1930. Qui incomincia la storia, la vita, sacrifici ed più sacrifici, fame, miseria, muiono i miei genittori prima mio babbo dopo un anno mia marnma’ ambi tubercolosi, a quei tempi existeva molta paura di contaggio tutto che era toccato dall’amalato veniva gettato via, i famigliari che vivevano nella medesima casa erano anche guardati con paura da tutti gli amici, io specialmente ero allontanato dai compagni quando si gioccava fra banbini perché vedevo che le mamme dei miei compagni quando stavano con mé chiamavano i suoi figli a Casa, (é triste vivere in quel modo). Mia sorella sposata da 2 anni i suoi suocceri gli proibivano frecuentare la mia casa. Essendo il più piccolo devo farmi carico della casa i miei due fratelli andavano a fare i lavori di campagna, e qualche giornate a lavorare fuori per avere qualche quattrino per comperare il pane, io faccevo i lavori di casa, che consisteva in attendere mio nonno, dargli al mattino un pó di caffé latte,che lui si comperava, perché aveva una pensione della guerra 1866, 60 lire al mese, con questo piccolo introito susisteva un quarto di latte al giorno, un paccheto di tabacco perché fumava in pipa il caffé ( Orzo ) e succhero, erano gli unici soldi che si vedeva, cosi che io dovevo cercare il médo di rubbargli qualche 5 lire, perché in altro modo non vedevo un centesino, mio nonno come già hó scritto sopra era checco, pero con una buona salute e memoria, io l’accompagnavo sempre per la strada, e la domenica a messa perché gli placeva cantare la mesa, al mattino cucinavo i faggioli a mezzogiorno tanto mio nonno come mé era pane bagnato con acqua di faggioli ed alla sera un piatto di minestra tutti assieme con i miei fratelli, cosi si tirrava avanti.
Il viaggio
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