Mestieri
ricercatore, addetto all'ambasciataLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CinaData di partenza
1983Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
tempo liberoTemi
tempo liberoÈ il 1986, Catello Cesarano svolge già da alcuni anni il ruolo di addetto scientifico dell’ambasciata italiana in Cina. Registra molti avvenimenti sul suo diario, tra i quali anche la visita di un ospite italiano molto illustre.
Pechino Luglio 6, 1986
Si è conclusa la visita trionfale di Pavarotti con un recital che, previsto per il Teatro Tianqiao ha dovuto essere trasferito nientemeno che alla Assemblea nazionale, dove l’aula più grande ha una capacità di oltre 10.000 persone. Il successo è stato tale, che ha fatto dimenticare tutte le piccole disfunzioni e la confusione generata dal dover sistemare adeguatamente la numerosa troupe di orchestrali, cantanti, scenografi, del Teatro dell’Opera di Genova e tutto il seguito di autorità politiche e accompagnatori vari. Alla base del successo vi è stato la performance di Pavarotti come persona, oltre che come cantante. Lo si è visto fm dal momento dell’arrivo del Jumbo dell’Alitalia, che doveva arrivare alle 10 secondo un dispaccio da Genova, no alle 11, secondo le informazioni del rappresentante dell’Alitalia, al nuovo aeroporto, secondo alcuni, no a quello vecchio, secondo altri. L’aereo è poi arrivato alle 13 e 40. Quando però è sceso dalla scaletta il grande, e diciamolo pure, grosso, Pavarotti il nervosismo tra la folla non piccola di chi era convenuto a riceverlo si è come d’incanto dissipato, tale il suo volto e il suo gestire esprimeva una radiosa serenità. Per la cronaca il nervosismo si ‘ ricreato di li a poco nel seguito, perché’ in un certo senso Pavarotti aveva monopolizzato su di se l’attenzione di tutti e nessuno aveva badato a tutti gli altri personaggi, illustri e meno illustri, che componevano la delegazione del Teatro dell’Opera di Genova. Gli organizzatori cinesi avevano avuto informazioni piuttosto imprecise sulla composizione della delegazione e ad ogni buon fine avevano predisposto per il trasporto aeroporto all’albergo una Bandiera Rossa, la più imponente macchina di rappresentanza di fabbricazione cinese, usata per gli ospiti di stato. Si tratta di una macchina molto robusta, ispirata a un modello di Cadillac, rifinita con finiture di gran pregio, dotata di aria condizionata e più che adeguata per la stazza del grande tenore. Erano poi state previste sette o otto macchine per i personaggi immediatamente successivi nel rango e di maggior spicco. Per tutti gli altri erano stati previsti alcuni dignitosissimi pullman da gran turismo. Il guaio è stato che nessuno aveva fornito la lista coi nomi e il rango dei delegati, e quindi la scelta su chi aveva diritto alla macchina e chi al Pullman è stata affidata alla sensibilità dei singoli, col risultato che il numero di coloro che ritenevano di aver titolo a un posto in macchina è stato di gran lunga superiore al numero dei posti disponibili. Si è posto il problema di spiegare a chi era già entrato in macchina invece che in Pullman che doveva scendere con una argomentazione del tipo: “scusi sa, ma il posto spetta a me perché’ sono di maggior spicco”. L’affabilità di Pavarotti ha fatto superare questo e tanti altri problemucci, a un punto tale che il governo cinese in segno di cortesia e riconoscenza ha messo a disposizione due aerei per una gita di tutti gli ospiti italiani a Xian, per visitare la tomba coi famosi guerrieri di terracotta.
Il viaggio
Mestieri
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