Gli studenti in piazza

Pechino, Maggio 26, 1989

Siamo tornati da una visita di lavoro nella provincia del Qinghai proprio nel pieno delle dimostrazioni studentesche. Gli eventi incalzano in una maniera imprevedibile. La cosa più imprevedibile tra tutte è la parte attiva che giocano in queste vicende la televisione e la stampa. I servizi sulle dimostrazioni in corso si susseguono senza tentativi di diminuirne la portata. L’impressione generale è che si sia creato un conflitto al vertice del paese, tra quei pochi personaggi che controllano la stanza dei bottoni e che fino a che non emergerai un vincitore da questo conflitto, permarrai un vuoto di potere. Ogni tanto qualcuno riesce a schiacciare un bottone e dare dei comandi: per es. Li Peng è apparso un bel giorno vestito alla Mao, e ha annunciato la legge marziale. Evidentemente però per attuare quanto dichiarato bisognava schiacciare altri bottoni e su quelli non è riuscito a mettere il dito. Qualcuno gli ha “cioncato” la manina, per cui lui bensì ha detto che c’era la legge marziale, ma quelli che dovevano attuarla si sono ben guardati dal farlo. Ieri è riapparso sorridente in TV per dichiarare che la cosa che lui aveva detto è corretta, ma non è stata ben capita, e che nessuno mette in dubbio lo spirito patriottico che anima le masse studentesche, ma d’altra parte occorre anche fare in modo che l’ordinato progresso della vita civile non venga turbato. Gli stranieri poi è bene che cerchino di non interferire perché’ molti aspetti della realtà cinese sono per loro pressoché impenetrabili ed è bene perciò che si astengano da considerazioni o prese di posizione che potrebbero essere controproducenti. La situazione è al momento in cui scrivo tutt’altro che chiara, anche se sembra che Li Peng la controlli meglio di Zhao Zeyang. Gli studenti hanno dimostrato una padronanza delle “tecniche” organizzative straordinaria, dando dei connotati assolutamente non aggressivi a tutte le manifestazioni. Il tono dominante è la fermezza nel richiedere più democrazia e più correttezza, ma sono escluse le minacce, e qualsiasi atto di violenza è prontamente stroncato dal servizio d’ordine. I leaders del movimento muovono le loro carte con una sicurezza che lascia intravedere appoggi e concertazioni con qualcuno ai vertici. Un aspetto divertente è che questi leaders sono talmente oberati di impegni e consci del loro ruolo che un povero giornalista olandese che aveva chiesto di intervistarne uno s’è sentito rispondere che il suo era un giornale troppo modesto perché’ lo si potesse prendere in considerazione per un’intervista! La mia personale previsione è che fino a che non si sia risolta la baruffa al vertice, continuerà questa situazione di vuoto di potere, con un rischio enorme che essa degeneri. Nella situazione attuale comunque se si ristabilisce un vertice stabile, si eviterai il caos, ma certamente qualcosa cambierai: e certamente sarai difficile far quadrare i conti delle aspettative della gente con una situazione economica non soddisfacente.