La dichiarazione di guerra

A rompere questa tranquillità, è stata la seconda guerra mondiale dichiarata il giorno 10 giugno. Mio fratello Irio, era già partito il 10 gennaio perché era di leva essendo del 1920. Dopo poco che è scoppiata la guerra, è rimasto prigioniero a Tobruk, portato in primo tempo in Egitto, poi in India e in fine in Inghilterra dove vi è rimasto sino alla fine della guerra e oltre perché è rientrato in Italia un anno e più dopo la fine. […]

La famiglia continua a sgretolarsi, io che alla dichiarazione della guerra avevo dieci anni, il giorno 10 giugno sono partita per l’Italia insieme a tanti altri ragazzi, tutti di età dai quattro ai quattordici anni per allontanarci dai pericoli che minacciava la guerra in atto. Della mia famiglia sono partita solo io perché Ada aveva quindici anni e non rientrava nell’età prescritta, Rodolfo avrebbe potuto venire, ne aveva sei, ma mia madre ha preferito tenerlo a casa sotto la sua sorveglianza, pur sapendo del pericolo che poteva incontrare.

Ma il pericolo l’avevamo incontrato anche noi che partivamo, appena imbarcati, dopo aver percorso un breve tragitto, un aereo militare Inglese, credendo che la nostra nave fosse anch’essa militare, voleva mitragliarla poi le sono stati fatti dei segnali ed è andato tutto bene. Siamo partiti dal porto di Bengasi, sbarcati in Sicilia e dopo aver attraversato lo stretto di Messina con dei battelli (mi ricordo che la traversata è avvenuta di notte), abbiamo fatto tutto il tragitto in treno sino a Rimini dove siamo stati ospitati nelle colonie marine che vi erano in quel tratto di mare. […]