Mestieri
tessitore, imprenditoreLivello di scolarizzazione
diploma di avviamento professionalePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1950Data di ritorno
1985Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Eugenio Damiani rievoca il viaggio sulla nave “Conte Grande” che, insieme a mille altri emigranti, lo condusse in Argentina.
Non posso considerare non “avventurosa” anche la mia infanzia e gioventù, già che il restare orfano dei genitori a solo 14 anni e settimo degli undici fratelli, non è tanto comune e nemmeno facile, dovendo affrontare con indipendenza e decisioni proprie il futuro: lavoro, servizio militare in tempo di guerra, darsi alla macchia, riprendere attività in un paese disastrato economicamente e soprattutto nel civile-morale-spirituale, dove le coscienze avevano perso l’equilibrio socio-umano della convivenza.
Anche per questo periodo ho la mia “biografia” scritta, che se letta potrà meglio chiarire quali furono i motivi del ripetere “l’avventura” dell’emigrazione.
Stà di fatto che alle 17 ore del giorno 13 dicembre 1950, giorno della mia partenza, mi trovo ancora al lavoro.
Alle 19 si parte per Genova e da quel porto il giorno 15 iniziare il varco dell’oceano verso la terra che tanto mi ebbe a coinvolgere e poter cantare:
E l’America lé grande e lé lunga
Lé circondata di alte montagne
E con l’industria dei nostri italiani
Fabricheremo paesi e città.
Separatamente e in lingua spagnola ho raccontato del mio attuare nella comunità religiosa, non trovando in quel paesetto né cimitero, né chiesa alcuna, tanto meno un luogo atto per poter catechizzare.
Imbarcato sul Conte Grande a Genova, la nave è stipata da circa 1000 emigranti, che si completa poi in Barcellona da altri 400, distribuiti in camerate di 40-50 posti e cabine di sei o quattro persone. Prendo posto in una di queste ultime, quattro persone, uno di queste risulta essere un “naufrago” nel suo primo viaggio verso l’Argentina, con l’affondamento del MAFALDA, salvatosi su scialuppe, e ci mostra il suo biglietto di viaggio. Si stacca il Conte Grande silenziosamente dal molo, mesto, lento, quasi funereo, da bordo e da terra per chi parte e chi resta vanno gesti di saluto, lagrime e pianti angosciosi e soffocanti.
Al largo già la nave, rimasta muta fino allora per rispettare la commozione di tutti, imbarcati e a terra, fa urlare le sue sirene come ultimo saluto e gli altoparlanti diffondono il canto di mestizia e di dolore:
E vanno, tanto lontano vanno,
Se torneranno nessuno lo sa
Negli occhi hanno un velo di pianto
L’ansia e il tormento, mentre la nave va…
e la nave naviga per sedici giorni lunghissimi, interminabili, verso il Sud America, Rio de Janeiro, Montevideo, Buenos Aires, e in ogni posto scendono emigranti attesi da parenti, amici, famigliari.
Il viaggio
Mestieri
tessitore, imprenditoreLivello di scolarizzazione
diploma di avviamento professionalePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1950Data di ritorno
1985Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Eugenio Damiani
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