Liegi

Arrivammo alla stazione di Liegi verso le ore 14.00. Di quelli che rimasero alla stazione; fummo divisi in tre gruppi, poi si avvicinò un camion in cui l’autista parlava italiano con accento francese e ci disse che soltanto quelli assegnati di lavorare nelle miniere ‘Bonne Fortune’ e ‘Montegne’ dovevano salire sul suo camion, mentre per gli altri sarebbero arrivati altri camion più tardi. Cosi, stanchi, insonniti e affamati ci portarono in una clinica per un nuovo e ultimo esame medico. Dopo rivestiti, ci condussero di nuovo sul camion e fummo distribuiti nelle varie ‘cantines’ per minatori. Fuori dalla cantina avvicinai un ragazzo che sembrava gia pratico di Liegi. Trovai mio zio e sua moglie Ninetta all’ingresso di una graziosa villetta con un lungo e stretto giardino a fianco. Il giorno dopo venni regolarmente assunto, e la sera stessa, all’orario delle ore nove, prima di scendere con l’ascensore, conobbi franco Cannavina detto ‘De Sica’, pure lui di Ortona. Con la raccomandazione di mio zio Franco mi disse che potevo considerarmi fortunato di poter lavorare con la sua squadra perche spesso i nuovi arrivati lo mettono in prova a lavorare alla ‘bonebak’ cioe un posto faticoso e molto pericoloso. Difatti in appresso mi resi conto personalmente che era un posto veramente orribile. Ci si doveva arrampicare su per la taglia di carbone, che in media era alta 70 cm e con una pcndenza dai 15 ai 30 gradi. Bisognava sbullonare.