Mestieri
minatoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
BelgioData di partenza
1951Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Sono i primi giorni di lavoro in miniera, in Belgio, per Tommaso Angelone, emigrato abruzzese.
Poco prima di prendere l’ascensore, salii su un cassone per dare uno sguardo intorno. Sebbene molti fossero gia scesi, ebbi l’impressione di trovarmi in mezzo a un reparto di soldati pronti per una manovra d’assalto! Avevano le facce gia nere sotto gli elmetti di cuoio, erano quasi tutti con la sigaretta accesa in bocca, e le lunghe trivelle d’acciaio che sporgevano al di sopra degli elmetti; mi pareva di stare in uno scenario di un’era antica, con tanti guerrieri barbari armati di lance. La fiocca luce delle lampade e il mormorio mi davano l’impressione di stare in un tetro e lugubre ambiente dantesco. Dopo il fischio del via, incomincia la discesa. Era la prima volta che prendevo un ascensore in vita mia, e doveva proprio capitarmi in quei bolidi che sprofondano nelle viscere della terra a forte velocita! Quando arrivò il mio turno, entrai nella gabbia, e con lieta sorpresa notai che i dolori allo stomaco erano scomparsi. Mi preparai così ben disposto per il resto che dovevo ancora conoscere, giacché consideravo gia passata la fase iniziale piu difficile. All’inizio della discesa si sentiva appena un leggero vento dal basso, poi man mano che la velocita aumentava fui costretto a mantenermi con la mano l’elmetto. Le budella sembrava volessero uscire a forza dalla bocca, un caldo umido entrava dai fondi dei pantaloni e pareva uscire a forte velocita dalle orecchie, dal naso e dalla bocca. Il respiro era difficoltoso e sentivo del pietrisco sbattere sull’elemetto e sul viso. Durante i passaggi delle gallerie principali, le luci mi facevano aprire gli occhi per pochi istanti riuscendo cosi a vedere i miei vicini con la bocca serrata e buffa. Ogni tanto l’ascensore rallentava per far scendere i minatori dalle gabbie inferiori, e ciò lo notavo in anticipo per l’improvviso aumento del peso della lampada appesa alla cintura, e di tutto il corpo. La squadra a cui appartenevo fu l’ultima a uscire alla profondita di 850 metri.
L’odore di legname pudrito e carbone che sentivo all’inizio diventava sempre piu piacevole; l’odore era proprio di stalla! Pensando di poter essere deriso, non dissi niente di questa mia sensazione. La galleria principale era illuminata da forti lampade appese ogni 10 metri sulle centine di ferro che sostenevano la volta. In pochi minuti di cammino arrivammo proprio a una stalla! Rimasi sorpreso e molto contento nel vedere sei cavalli, ognuno separato da pareti di tavole altre 1,5 metri. Più in avanti, oltre la stalla c’era una fila di carrelli di ferro gia carichi di tronchi da uno a due metri di lunghezza. Aiutai a legare un cavallo magro, rossiccio e spalacchiato di nome Giorgio. Era il cavallo piu anziano ed era cieco!. Iniziammo la discesa. Io e it termolese stavamo ai lati dei carrelli e Franco rimase a manovrare l’argano. Bisognava stare motto attenti che i carrelli non deragliassero. Sul lato della galleria c’era un cavo d’acciaio che serviva per avvisare il manovratore; una tirata energica del cavo significava fermare, due tirate per andare su, e tre per scendere di nuovo. Non dimentico mai ciò che successe un paio di mesi dopo; quando il cavo d’acciaio che reggeva il convoglio durante la discesa si ruppe. Nel preciso istante della rottura, sentii molto vicino un forte sibilo come una frustata; era il cavo che tornava indietro impazzito.
Il viaggio
Mestieri
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BelgioData di partenza
1951Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Tommaso Angelone
Un branco di pecore
Nel tardo pomeriggio ci raggrupparono come tanti prigionieri di guerra, e ci condussero in una lunga...