La partenza del nonno

Ma altre amarezze attendevano il nonno. Suo figlio, infatti, in una lettera gli comunicava che partiva per raggiungere lo zio in America. Chiedeva perdono di aver lasciato la famiglia senza salutare perché sapeva che la sua partenza sarebbe stata ostacolata, inoltre non poteva più sopportare le minacce e l’umiliazione di incontrare i suoi creditori che l’aspettavano giù al portone. Dopo poco tempo il nonno riceveva una lettera dall’America in cui lo zio lo esortava a raggiungerlo perché sicuro che avrebbe fatto fortuna. I liquori, scriveva, erano importati in grande quantità dall’Europa e perciò assai costosi, per cui un buon prodotto locale era molto richiesto. Inoltre suo figlio aveva molto bisogno di lui perché era ancora disoccupato. Nonostante la sua avversione per il mare, il nonno capì che suo figlio aveva bisogno del suo aiuto e suo malgrado decise di partire.

ARRIVO A NEW YORK.

Come gli aveva assicurato suo zio, il nonno a New York fece ben presto fortuna e, una volta acquistata una certa agiatezza con la creazione di una fabbrica di liquori ed un’elegante palazzina, mandò a chiamare il resto della famiglia, prima fra tutti mia madre che vi arrivava in viaggio di nozze. Ma se per mia madre quel viaggio rappresentava motivo di immensa gioia in quanto non solo vi andava sposa ma poteva finalmente vedere riunita la famiglia, mio padre per amor suo, lasciava con grande dolore la sua cara mamma vedova, le sorelle e la sua amata città.

Egli era un musicista, ma la passione per la musica non poteva, da sola, bastare a mantenere una famiglia, per cui lavorava come barbiere e continuò a svolgere questo lavoro anche in America. Anche mia madre aveva una bellissima voce da soprano e cantava spesso per amici e parenti accompagnata dalla musica di mio padre.

Andarono ad abitare in una piccola città del Connecticut, a Bridgeport, in una casetta di legno circondata da un piccolo giardino dove si ergeva una vecchia e maestosa quercia dai cui rami pendeva una rustica altalena sulla quale facevo sogni dorati dondolandomi sotto quei folti rami che mi proteggevano come lunghe braccia di un gigante.