Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
EgittoData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Giulio Basetti Sani, scontato un periodo di punizione per aver intrapreso un’attività ecumenica non autorizzata, torna in Egitto per proseguire l’attività di evangelizzazione e per aiutare gli italiani in difficoltà che vogliono lasciare il paese.
Dopo i mesi di “canonica punizione” al Kosseir (caldo e umido) ebbi alcuni mesi di riposo in Italia. E solo nel settembre del 1951 rientrai in Egitto per riprendere l’insegnamento in seminario, con la proibizione di far qualsiasi altra attività (ecumenismo, etc.)
Finita la guerra gli italiani dell’Egitto quasi tutti si ritrovarono senza il loro lavoro; e tutti volevano andarsene dall’Egitto. Chi tentò tornare in Italia si accorse che in Italia non era facile trovare lavoro e sistemazione.
In Egitto i vescovi e i superiori dei conventi si preoccuparono della cosa. Occorreva incaricare qualcuno per aiutare questi italiani a lasciare l’Egitto. Alla riunione alcuni osservarono che l’unico frate libero era il P. Giulio Basetti-Sani, che sta perdendo il tempo a studiare Maometto, dai Domenicani. Lì sta perdendo il tempo… E P. Roncaglia sosteneva che noi francescani dobbiamo occuparci dei cattolici e dei cristiani orientali e si deve lasciare i musulmani ai Domenicani…
Non ostante la difesa che fecero di me Mons. Collin e il P. Damien Gregoire, superiore della missione del Canale, tutti insistettero che io dovevo essere incaricato ad aiutare gli italiani d’Egitto a partire. Così io fui incaricato come addetto sociale al Consolato di Pòrto Said; e per tre mesi aiutai molti ad emigrare in Australia; avevo ottenuto che i Cattolici Americani che si incaricavano delle emigrazioni facessero ad ogni famiglia che partiva per l’Australia un prestito del 30% delle spese di Viaggio.
In queste occasioni ebbi pure difficoltà da parte dell’Ambasciatore Italiano al Cairo, perché quando l’Australia fermò l’immigrazione degli Italiani dell’Egitto, io avevo trovato che il Brasile era pronto ad accettare i nostri italiani.
Ora l’Ambasciatore d’Italia insisteva che gli italiani avrebbero dovuto rimanere in Egitto, perché avrebbero preso il posto degli inglesi e dei francesi che si preparavano a partire… Inoltre l’Ambasciatore era stato ambasciatore d’Italia in Brasile e diceva di non avere nessuna fiducia nei brasiliani…
Riguardando indietro, ormai al termine della mia povera vita devo ringraziare il Signore per questa sua speciale vocazione, esplicitamente comunicatami dal santo e ammirevole uomo di Dio che fu il Prof. Louis Massignon. Non ostante tante contraddizioni e opposizioni non soltanto dai confratelli ma sopratutto dai superiori io non ho mai minimamente dubitato di questa speciale chiamata, anche se molte circostanze potevano farmi credere che questa non era la volontà di Dio.
Si, avevo chiesto ogni giorno, dopo il mio arrivo in Egitto la grazia di dare la vita per il mondo musulmano e di essere martirizzato dai musulmani. Dai musulmani mai in tutta la mia vita, anche in campo di internamento, io ho ricevuto un torto, ma stima e rispetto.
Il Signore aveva disposto diversamente; il martirio quasi quotidiano mi veniva da altra parte. E non sempre ho avuto un profondo spirito di fede da accettarlo generosamente.
Mentre ai superiori e ai confratelli devo chiedere umilmente la loro comprensione, compassione e il perdono; devo altresì ringraziare il Signore per la benedizione e la benevolenza che il nuovo Ministro Generale ed il suo Vicario Generale mi hanno mostrato invitandomi a continuare nei miei studi e la mia vita per il dialogo cristiano-musulmano.
Il viaggio
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