Mestieri
cantiniereLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1943Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Ettore Malpighi, italiano rastrellato dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale, ricorda le condizioni di vita nel lager di Sachsenhausen, a Berlino.
Nel lager ognuno viene accompagnato nei posti letto rimasti liberi dai morti, io vengo accompagnato in una baracca dove era appena morto un ragazzo di Mantova: ho ereditato il suo posto letto, le sue lenzuola, i suoi pidocchi. le pulci, le cimici e le piattole, la baracca è divisa in stanze con 4 castelli a tre posti, a me tocca il piano di sotto, mi offro per l’ultimo piano visto che a causa della debolezza, chi sale all’ultimo piano ha bisogno dell’aiuto dei compagni, nessuno accetta perché forse avevano appena portato via un loro compagno.
In questo lager non ci sono forni crematori o camera a gas o forche, qui non si sente quel fetore nauseante di carne bruciata che si sentiva dal piazzale che abbiamo lasciato, qui si muore di stenti, di fatica, di malattie e di botte e anche di suicidi, 12 mila internati 12 mila schiavi, il deportato abile al lavoro non c’è bisogno di eliminarlo subito, la selezione viene attraverso il lavoro tanto il risultato è lo stesso.
I lavori più pesanti sono sempre riservati ai nuovi arrivati perché ancora in non precarie condizioni di salute. Le baracche sono a lato di una grande fabbrica, la BORSIK che costruisce armi, io e Enzo siamo stati messi in una squadra di scarico vagoni pieni di materiale ferroso, tubi per cannoni lastre d’acciaio per carriarmati, sotto la guida attenta di un Kapò, va ricordato che i Kapò sono delinquenti comuni internati anche loro che per sopravvivere hanno scelto questo mestiere, lui è il padrone della tua vita o della tua morte, lui è responsabile della squadra di scarico e deve rifornire i vari reparti. La squadra è formata da una trentina di internati, sul lavoro sei isolato dal mondo esterno, ognuno è solo con sé stesso e con la propria sorte, tu devi lavorare e non comunicare. Ci sono belgi, bulgari, danesi, cechi, greci, francesi, polacchi, rumeni, ungheresi, italiani, russi, non devi comunicare. Qui c’era solo il linguaggio del Kapò che si esprimeva solo attraverso il suo bastone, il Kapò del nostro gruppo era un triangolo nero, appartenente alla categoria asociale, i più pericolosi, categoria di internati prelevati nelle prigioni della Germania e dell’Europa, tutti ergastolani, torturare e uccidere per loro era un gioco.
Il viaggio
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L’arrivo a Sachsenhausen
Al settimo giorno il treno entra direttamente dentro il campo di concentramento di SACHSENHAUSEN, lager posto...
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Sopravvivere
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