Ritorno in Italia

Nel pomeriggio siamo partiti da Istanbul e la sera tardi arrivammo a Sofia dove faceva ancora un freddo indicibile, sarà stato il 22, forse il 23 dicembre. Quelli che ci avevano dato il passaggio passarono la notte in macchina, una Ford Taunus 17 M e a noi dissero di arrangiarci.

Eravamo dalle parti della stazione, sì proprio davanti alla stazione. Io avevo indossato tutto quello che avevo, compreso il lungo vestito arabo comprato all’inizio del viaggio ad Aleppo, ma non mi riusciva di togliermi il freddo di dosso. Ricordo che abbiamo passato quella notte un po’ girovagando per le varie sale della stazione, un po’ sopra quelle grate che buttano aria tiepida, chissà, non ho mai capito il loro funzionamento, insomma all’esterno di queste sale, tra le sale e fuori c’erano queste grate di aria calda e passammo praticamente lì la notte in piedi, neppure sdraiati, perché la polizia non lo permetteva.

La mattina come Dio volle partimmo, facemmo il confine di Dimitrovgrad, tra la Bulgaria e la Juguslavija, finalmente eravamo quasi arrivati a casa. Viaggiammo anche qui tutto il giorno e tutta la notte. Alle cinque di mattina arrivammo a Ljubliana e, siccome i ragazzi continuavano per l’Inghilterra, io e Laura scendemmo. Comprammo un biglietto per Trieste, ve lo immaginate, per Trieste, già in Italia, a questo punto avevamo una fretta indicibile di arrivare.