Mestieri
casalingaLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
IranData di partenza
1938Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Violet Whitby è impegnata a mettere su una casa di rappresentanza a Teheran, in Iran, nel 1938.
Adesso che abbiamo la casa, si presentano persone che vorrebbero venire al nostro servizio. I migliori sono gli armeni, ed in genere parlano francese. Questa mattina è venuta a parlare con me una piccola donna, con una faccia intelligente. È disoccupata da molti mesi, perciò non posso prendere informazioni. Nessuno la impiega perché ha una figlia di quattro anni!
Questa casa, come tutte le case iraniane di una certa importanza, ha delle stanze, completamente separate, per la servitù. Assumo Marguerite, volentieri, con la sua piccola, che si chiama Sira.
Poi viene il cuoco, vecchiotto. Speriamo bene. L’acqua scorre per la strada, prima di venire in casa, e perciò deve passare per dei filtri, poi nella cisterna, e dopo pompata. Occorre, pare, un ragazzo che pompi, che porti in casa il carbone, che faccia da servo ai servi mi pare! Per fortuna gli stipendi sono irrisori e la vita costa pochissimo. In ultimo devo impiegare una per lavare le lenzuola, teli da bagno, accappatoi.
È tutto così scomodo, il bucato è fatto in grandi tinozze di zinco, e lavano in ginocchio.
Il ragazzo tutto fare, si chiama Mesrobe, armeno, sicuramente parente di Marguerite. L’acqua che beviamo deve essere bollita, e poi messa in giare di terracotta, dove respira e diventa abbastanza buona. Non esiste acqua minerale.
Il cuoco vecchiotto è stato licenziato, e ne abbiamo adesso uno più giovane mussulmano. Quanta gente per due sole persone! Graziano, il marinaio che abbiamo portato dall’Italia, non vale assolutamente niente; è pigro, sfaticato, poco intelligente. Gino gli ha detto che avremo una macchina, se vuole imparare a guidare, prendere la patente. No, non se la sente. E dire che anche lui, come noi, è pagato in dollari, e molto bene.
La casa sta venendo benissimo; è proprio bella. Ne sono felice.
Come primo ospite abbiamo invitato a colazione il Ministro con sua figlia.
Il viaggio
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