Mestieri
pittrice, insegnanteLivello di scolarizzazione
Accademia delle Belle ArtiPaesi di emigrazione
SomaliaData di partenza
1960Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Maria è incinta ed è partita per Mogadiscio, per raggiungere il marito e padre di suo figlio. È il 1960. Dopo l’atterraggio, dopo aver preso fiato, dopo essersi sincerata di riuscire a stare in piedi e dopo essersi sistemata i capelli, Maria si incammina per uscire dal velivolo, si affaccia dal portellone e stenta a credere allo spettacolo che le si presenta davanti.
Cominciammo ad atterrare. È Mogadiscio, si, è Mogadiscio! Ed io guardo, guardo dal finestrino e vedo solo degli arbusti. L’aereoporto? Non lo vedo. Si atterra. Solo una volta scesa avrei capito che l’aereoporto di Mogadiscio era una baracca di legno verde in condizioni simili a quella di Aden.
Seduta in una delle poltrone della prima fila, fui l’ultima a scendere, anche perché indugiai volutamente, per essere certa di trovarmi in buone condizioni, le migliori possibili: pettinata, a posto il vestito, a posto tutto. Uscii e sulla porta dell’aereo mi guardai intorno e vidi venirmi incontro mio marito seguito da una grandissima folla che urlava, soprattutto le donne emettevano un grido, che poi seppi essere caratteristico di festa, ottenuto muovendo molto velocemente la lingua tra le labbra.
Ero molto confusa e stordita. Ricordo solo la gioia di rivedere mio marito, bello e confortante. Mi disse: “Ma come? Non scendevi mai?” Forse per un attimo aveva avuto paura che non ci fossi. Ora, dopo tanti anni, penso così. Poi vennero compiute in fretta tutte le operazioni di dogana, mentre ero sempre in mezzo a tutta quella gente che mi faceva ala quando passavo.
Ma non avevo ancora compreso che tutti erano lì per me. Migliaia di persone venute per salutarmi, migliaia. Le aveva mosse la curiosità, forse la simpatia, in una affettuosa partecipazione corale alle emozioni di mio marito. Molta era gente della sua tribù, il mio arrivo si poteva considerare una specie di matrimonio. Fui accolta con molto onore, ma in quei primi momenti ero confusa e imbarazzata, felice solo di ritrovare lui. Poi sarebbe venuta la curiosità di conoscere la sua gente, il desiderio di farmi accettare.
Non avevo riserve, anche se capivo quanto diversi fossero da me. La scelta che avevo fatto mi aveva diviso dai miei e nella solitudine in cui ero c’era la speranza di trovare tra loro gli affetti che avevo perduto.
Il viaggio
Mestieri
pittrice, insegnanteLivello di scolarizzazione
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1960Periodo storico
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