Tappa in Belgio

24 agosto

Dopo aver abbastanza dormito in treno, (mi trovavo in compagnia di 2 inglesi, marito e moglie) alle 7 e mezza ant. arrivo a Bruxelles. Prendo alloggio al “Grand Hotel de Cologne du Nord” mi lavo ecc. quindi vado a trovare il Sig. A. Geremia interprete italiano per lo Stato Indipendente del Congo. Lo trovo con 4 italiani arrivati il giorno avanti per partire per il Congo in qualità di capitani aggiunti di steamer. Dio mio che gente! Certo che al vederli non fa meraviglia se gl’italiani son considerati all’estero poco più che stranieri. Prendo col geremia gli accordi opportuni per andare l’indomani agli uffici dello Stato e quindi ci lasciamo, egli per i suoi affari, io per visitare la città. Trovo la città splendida sotto tutti i rapporti. Grande forse più che il doppio di Roma belle vie, bei monumenti, begli edifici, ricchi negozi e magazzini, molta vita. Anche qui c’è la solita noia di dover andare in qualche negozio o caffè o birreria per lasciare qualche peso incomodo. Mi accordo subito che la vita, quanto a vitto ed alloggio non è molto cara, si sta benone.

30 agosto

Stamattina alle 10 il Segretario Generale di Stato ci à chiamati tutti i partenti pel Congo (per conto del governo) e ci à fatto un lungo discorso ricordando i nostri obblighi, i nostri doveri e augurandoci in fine buona fortuna.

Gl’italiani che in questa spedizione partono per conto dello Stato sono 9: io, un luogotenente della forza pubblica già revocato dall’Esercito Italiano, tre sergenti della forza pubblica di cui uno: Tisci già brigadiere di Pubblica Sicurezza in Italia, di buona famiglia, mi à l’aria di un disgraziato che merita compassione, non deve certamente avere una buona salute, un secondo De Angelis che è già pentito del passo fatto e non sa cosa farà una volta arrivato laggiù, un terzo Grimelli, il più allegredo tipo che si possa riscontrare, è già stato soldato italiano nell’Eritrea; finalmente i quattro capitano aggiunti di steamer che avevo incontro il primo giorno e di cui ò parlato sopra.