Mestieri
medicoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CongoData di partenza
1899Data di ritorno
1900Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Giulio Cesare Scatolari, medico neolaureato di Jesi, si trova nel cuore del Congo per un ingaggio ottenuto al seguito delle truppe belghe.
8 novembre Alle 11 e mezza arriviamo a Bena Bendi dove ci fermiamo per riprendere il carico che avevamo lasciato per risalire il Lulua e far legna. Dopo colazione prendo il fucile per andare a caccia ed entro nella foresta. Quando ad un tratto sopraggiunge un uragano m’accorgo di aver smarrita la strada.
Non v’è maniera fermandosi di ripararsi sufficientemente quindi preferisco camminare cercando la via del ritorno. Inutilmente, più cammino e più mi perdo. Tiro qualche colpo di fucile in aria sperando d’essere inteso da bordo e quindi di poter avere indizio sulla via da percorrere. Mi metto in orecchi ma non sento che il rumore dell’acqua che cade a rovesci. Finalmente la pioggia cessa ma comincia a declinare il giorno e dopo una mezz’ora è notte perfetta. Dove mi trovo? Non lo so. Quando a bordo si rimarcherò la mia assenza invieranno a cercarmi, intanto bisogna fare di necessità virtù e, tutto inzuppato d’acqua attendere il giorno. Per fare un po’ di fuoco per riscaldarmi e al tempo stesso tenere in distanza qualche importuno e pericoloso visitatore di cui avevo già veduto numerose le orme, inutile pensare ai fiammiferi divenuti completamente inservibili. Raduno un po’ di piccola legna, per fortuna trovo in tasca un pezzo di carta non bagnato, vuoto una cartuccia della sua polvere e la metto vicina alla carta presso la legna, e tiro su di essa un colpo di fucile; la polvere s’incendia, attacca il fuoco alla carta, la carta alla legna e in un attimo ò un discreto fuoco presso cui mi metto per riscaldarmi col mio fucile appoggiato alle ginocchia. Di quando in quando qualche urlo selvaggio rompe il silenzio della foresta. Ad un tratto uno stormire di foglie tutto da vicino mi fa trasalire e al momento stesso mi si presenta un bel leopardo. Non metto tempo in mezzo, spiano il fucile e paf! un urlo tremendo risponde e il felino che aveva spiccato un salto mi viene a cadere morto vicino.
Come Dio volle passò la notte ed al primo mattino comincio a sentire le grida di gente che venivano in cerca di me così dopo due ore potei colla mia prenda tornare a bordo. La ò scampata bella! D’ora in avanti bisogna far bene attenzione e non allontanarsi senza la bussola in tasca.
Il viaggio
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