Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1925Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Carlina Lorenzini ricostruisce il viaggio di ritorno che ha affrontato in nave, dall’Argentina all’Italia, ad appena sei anni dopo aver trascorso l’infanzia in Sud America con i genitori.
La nave era senza dubbio il Conte Verde, (c’è anche scritto in una fotografia); l’avevo sentita nominare spesso dai miei genitori.
Quella nave mi riportava in patria insieme a mia madre; in Patria, dico: quale Patria? Me ne avevano sempre parlato in famiglia, ma io non potevo conoscere quella Patria, l’Italia dove ero nata ma non cresciuta, poiché ero un fagottino di undici mesi, quando mi avevano portato là, in Argentina, a Buenos Aires. Là avevo mosso i primi passi, là avevo balbettato le prime parole, là, insieme con l’italiano parlato in famiglia, avevo imparato la lingua del posto, lo spagnolo, là ero andata a scuola, la prima scuola della mia vita, ed ora mi sentivo sradicata da un mondo che conoscevo, mi lasciavo tutto dietro: non più ambienti familiari, non più gli amici di sempre. Che cosa avrei trovato?
Poco ricordo di quegli anni, ma alcune immagini sono impresse nella mia mente e le vedo scorrere davanti ai miei occhi come su un video. Una campagna sterminata e senza limiti, verde, asciutta e luminosissima, dove vissi per qualche tempo, la finca in una hacienda rural di Donzellar (così si chiamava il luogo) dove mio padre svolgeva le funzioni di jefe, più o meno quello che è il fattore in Italia. Era un edificio molto grande, con stanze e stanzoni, molti dei quali al piano terra servivano per contenere i prodotti della campagna: grano, mais, frutti, etc.; C’era un grande giardino, dove potevo giocare tranquillamente, ma non ricordo chi fossero i miei compagni di gioco: ero troppo piccola indubbiamente, né posso chiederlo ai miei genitori, che ormai non sono più in vita. Ma ci sono episodi che ho sempre sentito ripetere da loro, specialmente da mia madre, come quello del seme nell’orecchio.
Una cosa stranissima, dovevo avere all’incirca quattro anni, avevo il morbillo con la febbre e un dolore fortissimo all’orecchio sinistro. Il medico che mi visitò pare fosse più stupito di mia madre: da quell’orecchio venne fuori un… seme, un seme verde di una qualità di cetrioli grossissimi che non si trovano da noi. Che cosa era successo? Qui non posso aggiungere niente di mio, ma riportare esattamente quanto sempre ho sentito raccontare in casa. Probabilmente giocando con gli amici negli stanzoni dove venivano conservati tutti i prodotti della fattoria e, come succede tra ragazzi, rincorrendoci senza attenzione, comunque non si sa come, quel seme mi era entrato nell’orecchio e… grazie alla temperatura elevata della febbre ed al morbillo, aveva germogliato, fino a richiedere l’estrazione mediante qualche strumento del medico!… Sembra una favola, eppure a me era successo proprio così.
Il viaggio
Mestieri
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laureaPaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1925Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Carlina Lorenzini
Il curandero
Ricordo anche che in quel periodo mia madre non stava molto bene: aveva dei fortissimi dolori...
Ricordi vivi
I ricordi più vivi però si accentuano sulla città e per contrasto mi viene in mente...
“Itomà! Itomà! Itomà!”
E poi il viaggio, quel viaggio che mi aveva strappato a mio padre che tanto amavo,...