Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1925Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)I ricordi dell’infanzia trascorsa in Argentina affiorano grazie alla ricostruzione di una memoria famigliare, curata da Carlina Lorenzini
Ricordo anche che in quel periodo mia madre non stava molto bene: aveva dei fortissimi dolori addominali per giorni e giorni e cercava di calmarli con diete personali più o meno appropriate e con tisane naturali. So che la fattoria distava chilometri e chilometri dal primo centro abitato, dove poter trovare un medico e quindi la nostra, in quel tempo, era un po’ la vita dei pionieri. Un giorno mio padre, dietro il consiglio dei campesinos del posto e di altre famiglie, condusse a casa un curandero, una specie di sciamano, di stregone, che avrebbe dovuto guarire mia madre. Io ho sempre davanti agli occhi un’immagine in cui la realtà si confonde con il ricordo dei racconti familiari: mia madre a letto, il curandero, un tipo grande e grosso che chiede un pezzo di sapone, si insapona ben bene le mani, fino a nasconderle nella schiuma, si avvicina al letto e gonfiando le guance per soffiare con quanto fiato ha in gola, emette parole sibilline e fa degli strani gesti in direzione del corpo di mia madre, quasi a volerne scacciare gli spiriti maligni! So anche che la mamma in quei momenti avrebbe voluto fulminare con gli occhi mio padre, perché non credeva affatto allo stregone e in italiano gridava -pur con voce soffocata- che glielo portasse via da quella stanza… A questo racconto ogni volta facevamo grandi risate, prendendo in giro la mamma che, poverina, si era invece molto arrabbiata.
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1925Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Carlina Lorenzini
Il Conte Verde
La nave era senza dubbio il Conte Verde, (c’è anche scritto in una fotografia); l’avevo sentita...
Ricordi vivi
I ricordi più vivi però si accentuano sulla città e per contrasto mi viene in mente...
“Itomà! Itomà! Itomà!”
E poi il viaggio, quel viaggio che mi aveva strappato a mio padre che tanto amavo,...