Mestieri
aiuto registaLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
TurchiaData di partenza
1927Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Nel 1927 Isa Bartalini ha raggiunto il padre Ezio, dissidente fascista fuggito dall’Italia, in Turchia. Naturalmente un uomo attivo intellettualmente come Ezio non poteva dedicarsi esclusivamente alla pastorizia, come pure cercò di fare - con scarso successo stando alle ricostruzioni di Isa. Col passare del tempo in Turchia svolge anche attività di insegnamento, si afferma come punto di riferimento della locale comunità italiana, e simpatizza per il presidente turco Mustafà Kemal detto Atatürk, conoscendolo personalmente e apprezzandone il disegno di laicizzazione dello Stato.
Poco dopo il nostro arrivo, babbo venne chiamato a Istanbul dalla polizia turca. Andò tutto in ansia, temendo di essere espulso anche da lì. Invece furono molto gentili e gli dissero che erano informati della sua venuta, dei suoi precedenti e che gli assicuravano la possibilità di soggiornare indisturbato in Turchia, a patto che s’impegnasse a non svolgere attività politica.
Purtroppo il 1928 fu proprio l’anno in cui il patrimonio ovino della Turchia fu decimato dal colera delle pecore. Ho ritrovato a Cennina un’agendina in cui babbo aveva annotato con la bella calligrafia ordinata la contabilità della sua impresa. E fa stringere il cuore leggervi.
In quegli anni, e per tutti i successivi del nostro soggiorno in Turchia, babbo cercava di compensare la rinuncia alla politica, approfondendo i suoi studi umanistici e la conoscenza della storia e dell’evoluzione del paese che ci ospitava. Era un momento di gran fervore per la giovane Repubblica Turca. Atatürk era un dittatore illuminato, e mirava alla modernizzazione e alla europeizzazione del suo Paese .
La riforma dell’alfabeto entusiasmava babbo. L’alfabeto arabo, aveva reso la cultura monopolio di pochi privilegiati, soprattutto dei religiosi. Proprio negli anni del nostro arrivo Atatürk aveva sostituito i caratteri arabi con l’alfabeto latino, con regole fonetiche molto semplici e razionali, per adeguarlo a tutti i suoni della lingua turca. In quegli anni si procedeva radicalmente all’alfabetizzazione. Nelle piazze dei villaggi i soldati insegnavano a leggere e scrivere a tutti gli abitanti di età superiore ai sei anni. Nei quartieri delle città vari locali erano stati adibiti a Dershane (Edificio per l’insegnamento), dove andavano ad imparare l’alfabeto i giovani e gli anziani, le nonne coi nipotini in braccio. C’era una grande sete d’apprendimento: prima solo il 2% della popola-zione sapeva leggere, e ci volevano sei anni per imparare a leggere e scrivere. Ora, col nuovo alfabeto, si poteva imparare in sei mesi!
Atatürk aveva anche abolito tutti i privilegi del potere religioso e per eliminarne anche i segni esteriori, aveva proibito i fez e il velo per le donne. Lui stesso andava ad insegnare a leggere e scrivere nelle piazze, e se incontrava una vecchietta recalcitrante, ancora con la testa coperta, cercava di spiegarle pazientemente che quelli erano segni di superstizione che impedivano l’evoluzione e il progresso della nazione. La Turchia fu il primo paese a dare il voto alle donne.
Il viaggio
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