Mestieri
ceramistaLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1941Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Nella primavera del 1941, con la Seconda guerra mondiale in corso, le forze armate britanniche supportate dalla resistenza dei guerriglieri locali una doppia offensiva in Eritrea e Somalia, superando rapidamente la difesa delle indebolite forze italiane e occupando completamente l'Africa Orientale Italiana. Dario Poppi è lì, a capo di una segheria per conto dell’amministrazione dell’ex impero italiano
La segheria ed il bosco che fino a poche settimane orsono vibravano del rumore delle macchine e del vociare di boscaioli, ora sono lì fermi, silenziosi, abbandonati.
La guerra in A.O.I. sta volgendo a nostro sfavore. Le truppe dell’Harrar che si erano radunate sull’altro versante di questo monte tra Cunni e Bedessa, sono in disfatta ed abbandonano i depositi della sussistenza, sanità, armi, tutto il ben di Dio che avevano portato da Harrar.
I battaglioni di ascari vengono sciolti, i nostri soldati per la maggior parte sono finiti prigionieri, alcuni, riusciti a filarsela sono tornati alle loro case ad Harrar, Giggica, Dire Daua e Asba.
Di qui, da Asba Littorio, il presidio militare e carabinieri, si sono già ritirati seguendo il grosso delle truppe; è rimasto solo il Commissario Civile Dott. Franceschino che, con l’aiuto di alcune guardie indigene, tenta di sostenere la situazione e non lasciare il paese in balia dei malintenzionati. La nostra bandiera sventola ancora sul piazzale del Commissariato e sulla piazza di Asba.
Qui in segheria eravamo rimasti in quattro per finire la fornitura di cassette per munizioni someggiate, ordinate dalla Direzione di artiglieria di Dire Daua. Gli altri richiamati compresi i proprietari.
I tre operai che erano qui con me, vedendo ritirarsi le truppe e venendoci praticamente a trovare in balia dei neri, si sono spaventati e han voluto andar via cercando di raggiungere Harrar con mezzi di fortuna; l’isolamento qui non li faceva più ragionare, avevano perduto la testa, e li ho visti non partire ma fuggire, tanto che gli indigeni al vederli esclamavano: Italian taffà (gli italiani scappano).
Io non mi sono mosso, non ho cambiato modo di trattare coi neri, se ho paura lo so io, ma gli altri non devono averne nemmeno il sospetto, e devo dire che fino ad ora mi è andata bene, tutti mi rispettano come prima, e quando passo cavalcando il muletto per andare ad Asba, tutti quelli che incontro mi fanno come sempre il saluto e sorridendomi:
– Denesterlin ghietoc – mi dicono (Dio ti salvi signore).
Il viaggio
Mestieri
ceramistaLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1941Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Dario Poppi
Governatore
Tanto “per fare qualcosa” che non sia solo lo scrivere e dimostrare ai miei uomini la...
Spari e bombe nel bosco
Tornano a casa gli ascari dei battaglioni di colore disciolti. Qui nella zona di Gialo ce...
La “Repubblica del Gialo”
È una settimana che siamo “senza bandiera” ed a quanto pare tutto è tranquillo, non solo...