Mestieri
contadino, operaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1947Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Temi
famigliaTemi
famigliaLa genesi della famiglia siciliana dei Bordonaro, qui riassunta da Tommaso, emigrato negli Stati Uniti nel 1947.
Io sono Tommaso Bordonaro. Sono nato il 4 luglio 1909 in un piccolo paesetto della Sicilia Italia, Bolognetta, nella provincia di Palermo. La mia origine è proveniente dalla grecia di famiglia nobile, dei primi tempi della venuta di Cristo che si sono stabiliti in Sicilia nei tempi di Dionisio che governava la Sicilia.
Ma nei tempi che io son nato la mia famiglia era di bassa contizione povera quasi nella miseria. So che i miei genitore si sono sposate in Luglio del 1907; nel 1908 la Mamma mia essendo incinta ha perduto il primo genito causa di abborto, venuta unaltra volta incinta nel 1909 sono nato io, come ho detto prima, la mia data di nascita.
Così mi ha raccontato la mamma mia quando ero grandetto.
Nel 1912 a Magio 8 mi è nato un fratellino dove hanno posto il nome Ciro. I miei genitore essendo di classe poveri mio padre e mia mamma con 2 figli campavano alla giornata: così mio padre ha deciso emigrare in America per potere accumolare unpo di moneta per vivere unpo meglio la vita, lasciando mia mamma connoi 2 piccoli in Italia, in casa dei miei nonni, i genitore di mia mamma.
Così io da circa 4 anni, non conoscendo mio padre, sono comin- ciato ad abitare con mio zio, Pietro Bordonaro, che lui non aveva figli e fratello più grande di mio padre.
In gennaio del 1915 mio padre è ritornato in Italia.
Compratosi un cavallo e gli atrezi di lavoro, si è messo allavorare per conto suo.
Nel Magio del 1915 è stato l’inizio della Prima guerra mondiale: essendo mio padre giovane è stato dei primi richiamato soldato a servire la patria.
Ecco la mia Mamma rimasta ancora sola e unaltra volta incinta per giunta. Il 25 settembre 1915 mi è nato unaltro fratellino il quale anno messo il nome Salvatore.
Essendo mio padre soldato ogni tanto veniva in licenza, che io neanche avevo il tempo di conoscere bene mio padre, abitando sempre da mio zio.
Il 4 novembre 1918 vi è stato l’ammistizio e finita la guerra. Mio padre ritornato dalla guerra il 15 novembre, mia mamma ancora unaltra volta incinta. L’8 dicembre 1918 mi è nato unaltro fratello il quale hanno messo il nome Pietro Domenico. Lo stesso anno è venuta una malattia infettiva chiamata Spagnola: la magiorparte del popolo era ammalatto.
Anche mio padre ammalato. La genti moriva accatastrofi, nella nostra casa regnava la miseria: dopo 3 anni che mio padre mancava da casa non vi erano cibi per manciare, neanche legna per fare fuoco, per riscaldarci ch’era inverno freddo. Mio padre per 40 giorni ammalato forte fino apportarli il viatico infin di vita, anche noi piccoli pure con la febbre, mio fratello Salvatore pure infin di vita, ridotti tutta la famiglia all’estremo della povertà.
Io avevo 9 anni, sentivo il dovere di aiutare unpo la mia mamma: che cosa poteva fare?
Solo quando vi erano delle giornate buone che non pioveva e non tanto freddo usciva per la campagna a raccogliere unpo di legna per far del fuoco e poterci riscaldare unpo.
gli amici e i parenti che non erano ammalati ci portavano qualche po di legna e qualche piatto di ceci e gangozi per potere smorzare la fame: così abbiamo passato l’inverno.
Ritornata la Primavera del 1919 mio Padre, quasi guarito dalla malattia si cominciava a mettersi in forza con la salute. noi piccoli quasi pure guariti, venuta l’estate per quell’anno labiamo scampata del pericolo.
Prima di finire l’estate mio padre si è comprato un asino ed apprese un pezo di terra gabella del Signor Malleo Milchiorre a casachella ed unaltro pezo a terragio al feudo Stallone del Conte S. Marco. Coltivando questa terra abiamo fatto per la mancia di tutto l’anno ed abiamo comprato un mulo per il lavoro alla campagna.
L’anno venturo noi piccoli eravamo unpo grandette. Mio padre si a comprato 20 pecore le à gregate a mio zio Pietro che quello faceva di mestiere il pecoraio, avversando mio fratello Ciro con mio zio, ed io aiutare mio padre alla campagna. Tiravamo avante discretucci.
Il 9 giugno 1921 mi è nato unaltro fratellino dove hanno messo il nome Antonino. Ecco, la famiglia si formava grande e mio padre prendeva più terra in cabella: ne à prese 4 salmi sempre dal Conte S. Marco nel feudo Stallone.
Più la famiglia cresceva, mio padre più terra prendeva in affitto, fino arrivare a coltivare 16 salme di terra al feudo Stallone e 6 salme al molinaze d’olive, sempre dal Conte S. Marco.
Nel 7 marzo 1924 mi è nato unaltro fratello il quale anno messo il nome francesco. Come la famiglia cresceva, mio padre più gabelle prendeva.
Il 13 dicembre 1926 mi è nato unaltro fratello, è nato il giorno di S. Lucia ed il settimo maschio. Così l’hanno messo il nome Luciano Settimo.
In quello periodo la nostra famiglia era grande ma bene attrezata, possedevamo circa 20 salme di terra tra affitto e terragi, e qualche pezetto di propietà, due muli buone per lavorare e il carro per trasportare la roba a Palermo, 4 vacche per il latte e fare anche uso allavorare la terra; circa 50 pecore e capre per il formagio. Eravamo arrivati alla posizione di passare burgisi di frumento, ceriale, cacie insomma, eravamo da una buona posizione chiamate burgisi.
Il viaggio
Mestieri
contadino, operaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1947Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Tommaso Bordonaro
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