Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1984Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)È il 1984 e Anna è immersa nella scoperta dell’America e delle sue bellezze. Racconta le sue esperienze e quelle della sua famiglia agli amici rimasti in Italia, attraverso lettere collettive.
Nelle due ultime gite domenicali siamo stati a Milwaukee, che si trova 150 Km. a est di Madison sul lago Michigan ed è la città più grande del Wisconsin, e abbiamo visto un bellissimo museo storico-antropologico dove finalmente la civiltà indiana viene presentata in modo dettagliato e approfondito. Come sempre in questi musei americani, che non sono appannaggio esclusivo di pochi esperti ma si rivolgono didatticamente al grande pubblico, tutto è spiegato in modo chiaro e semplice e ci sono splendide ricostruzioni di abitazioni o scene di vita quotidiana (la caccia al bisonte, i riti religiosi, le danze, i lavori delle donne, ecc…) a grandezza naturale. In queste cose sono bravissimi, non c’è niente da dire.
Anche la visita alla città è stata piacevole: il centro, in piccolo, ricorda un po’ Chicago anche per lo sfondo del lago Michigan, che abbiamo scoperto essere poco più piccolo del nostro Adriatico.
Non per niente si vedevano per le strade gruppetti di marinai: su questi mari travestiti da laghi e in comunicazione fra loro ci dev’essere un considerevole traffico di navi. Sempre in centro abbiamo visto un enorme centro commerciale al cui interno (nel corridoio-strada su cui si aprono i negozi) avevano allestito un favoloso «baraccone» natalizio con castello in cartapesta. Babbo Natale in carne e ossa che si faceva fotografare coi bambini, un pupazzo in bicicletta che correva su un filo a pochi metri dal soffitto e tutti gli alberi della via (ci sono sempre alberi in queste strade coperte, dentro a enormi vasi) illuminati con piccolissime luci bianche, unico particolare di buon gusto nel Kitch generale.
In periferia invece, si trova l’orto botanico allestito sotto tre enormi cupole di vetro: in una ci sono esposizioni di piante e fiori stagionali, nelle altre due la tipica vegetazione tropicale e desertica. In un altro quartiere, infine, una stranissima chiesa di R.L. Wright a struttura circolare: stavamo dicendo che non ci piaceva quando ci siamo accorti che si poteva entrare (normalmente è chiusa) perché stavano celebrando un battesimo in rito greco-ortodosso e siamo rimasti stupefatti dallo splendore dell’interno, una rivisitazione in chiave moderna degli ori bizantini. Naturalmente la suggestione era rafforzata dal rito che si stava celebrando, col bambino che viene completamente immerso in una vasca di acqua calda mentre i sacerdoti intonano canti in lingua greca, di una musicalità tipicamente orientale.
Queste le novità sul fronte turistico. Su quello mondano, invece, due sono le serate da segnalare: una a teatro, a vedere un bravissimo clown, Dimitri, del livello di M. Marceau (acrobata e musicista, oltre che mimo) e l’altra, più recente in compagnia di alcuni ricercatori italiani e loro amici americani. I due italiani sono simpatici, ma non particolarmente originali, mentre i due americani ci hanno un poco «scioccato»: il primo è riuscito a bere nel corso della serata qualcosa come mezza bottiglia di vino bianco (aperitivo), quattro birre (cena) e mezza bottiglia di sherry (dopo cena) mentre il secondo è un numero incredibile. Insegna filosofia politica, vive solo con un cane grosso e puzzolente che ha trascorso la serata sulla mia pancia e ha l’insolita (ma non per me: zia Olga, ti ho trovato l’anima gemella!!) caratteristica di dire le parole a rovescio: tu gli dici Coraggio e lui immediatamente ti dice Oiggaroc e non solo per singole parole, ma per interi discorsi e in qualunque lingua. Riesce pure a fare una operazione ancora più folle: tu gli dici una parola e lui ti dà subito la somma corrispondente al totale delle lettere ma non come i gemelli di Genova (in famiglia abbiamo molti casi degni di essere studiati…) che, se dici asino ti dicono 5 ma assegnando a ogni lettera il numero che le corrisponde nell’alfabeto (A = 1 B = 2 F = 6 ecc.) per cui il totale di asino è 1+17+9+12+13 = 52.
Sfruttando queste insolite doti (zia Olga impara: un po’ di intraprendenza!) il nostro amico è finito in televisione nel più famoso show degli States quello che da anni ogni sera Jimmy Carlson tiene per una mezz’ora invitando appunto personaggi di ogni genere. Viaggio spesato a Los Angeles, pernottamento in un Hotel da 1000000 (sì, un milione) a notte e apparizione in tv accanto a Angie Dickinson, altra diva qui molto famosa. Quando la cameriera del ristorantino tailandese dove eravamo (e da cui siamo usciti con le fiamme che uscivano di bocca come tanti piccoli draghi) ha sentito raccontare questa storia di divi e televisione per poco non sviene dall’emozione…
Il viaggio
Mestieri
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Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1984Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Anna Guala
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