Mestieri
artistaLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Russia, CinaData di partenza
2004Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Francesca Cogni nel 2004 è a Tallin, in Estonia, pronta a iniziare un lungo viaggio verso l'est e l'Asia. Ma un contrattempo si abbatte sui suoi progetti e su quelli di Teo, compagno di avventura.
21 luglio Ore 21.25
Volo 8372 volare web partiamo da orio al Serio alla volta di Tallin, Estonia. (tappa provvisoria) L’areoporto di Tallin chiude però alle due e mezza di notte fino al mattino: ci avventuriamo alla ricerca di un fantomatico albergo dove poter stare un po’ nella hall seguendo le indicazioni della ragazza dell’ infopoint e la psicogeografia di un doganiere, con un’americana e un finlandese. Albergo bellissimo, elegante. Chissà fino a che ora ci faranno restare…
22 Luglio TALLIN 1° giorno Ore 5.30. Svegliati bruscamente, che pensavamo di avere gli orologi rotti da tanto che non potevamo credere che fosse così presto, ci avviamo all’areoporto nel fresco del mattino, cercando un posto dove dormire ancora un po’. Il finlandese fa colazione e se ne va, l’americana sparisce e noi ci addormentiamo su delle panchine di metallo ghiacciate e bitorzolute, continuando a svegliarci e girarci. Nel dormiveglia apro gli occhi, e vedo accanto a teo un ragazzino biondo con due occhi blu meravigliosi e un cappuccio rosso e penso strano, così che parte da solo. Chissà cosa aspetta … e è proprio uguale alla […]… quello che aspettava lo scopriamo alle 10 quando, svegliati da due poliziotti, ci rendiamo conto che il marsupio di Teo è sparito con dentro 500 dollari, carte di credito, patente, lettore mp3 NUOVO e soprattutto il passaporto con dentro il visto RUSSO, MONGOLO, CINESE teo viene portato in uno stanzino della questura di polizia nella periferia di Tallin, tra casermoni grigi, e vengono in mente immagini di film di spionaggio. Esce. Il poliziotto ci invita addirittura a casa sua, se abbiamo bisogno. Ma il problema non è risolto, non ci fanno neanche telefonare in Italia… Attraversiamo la città per raggiungere il centro, e cercare un ostello e l’Ambasciata Italiana. – nota sui visti: per ottenere un visto RUSSO bisogna compilare i moduli dell’ambasciata “insieme a una fotografia formato tessera, al passaporto e alla notifica di permesso (se avete un invito da parte di un cittadino russo) o, in alternativa, una conferma di una o più prenotazioni alberghiere. In teoria si potrebbe poter dimostrare dove di pernotterà per l’intera durata del soggiorno” VISTO TURISTICO per la Russia valido un mese (con invito […] di agenzia russa) ottenuto il giorno 21/7 alle 11 (giorno della partenza) al Consolato russo di Milano. Per il visto mongolo bisogna spedire il passaporto all’ambasciata mongola di Trieste. Visto ottenuto il 18/7 Per il visto cinese bisogna portare al Consolato una conferma della prenotazione alberghiera in Cina o il biglietto di aereo originale con fotocopia. Otteniamo il visto (molto faticosamente) tramite un’associazione Italiana il 19/7. “La cosa migliore è procurarsi tutti i visti nel proprio paese di origine, prima della partenza”, consiglia Lonely Planet. 2° giorno Tallin è una città di zucchero e marzapane circondati da casermoni e fabbriche sovietiche. Fino al crollo dell’unione sovietica nessuno parlava l’inglese, gli unici che conoscevano le lingue straniere erano le spie del KGB, ci dice uno svizzero che ha aperto un negozio di vestiti usati. Ora è tutto in estone ma fino a 13 anni fa la prima lingua era il russo. .. Per giorni andiamo avanti e indietro per questo minuscolo centro medievale trasformato in parco a tema per turisti famelici, e sembra che qualcuno, ogni tanto, rimescoli le stradine come fossero carte, e quel posto che eri sicurissimo fosse in fondo a quella viuzza è due strade più in là, e il giorno dopo la stessa strada che portava all’ambasciata porta invece al parco… Nel mondo della globalità assoluta, delle compagnie low cost, di internet siamo rimasti imbrigliati in questa rete in un vuoto del sistema planetario nel paradosso della comunicazione e dell’interattività globale Siamo bloccati in una risacca della mobilità globale Non riusciamo a staccarci da questa cittadella di costumi medievali e a uso e consumo del turista Non possiamo allontanarci non possiamo andarcene non possiamo avere nuovi documenti (pensieri rivolti alla condizione perenne dei SANS PAPIER – gli amici parigini che non possono allontanarsi neanche di pochi chilometri) CLAUSTROFOBIA E SENSO DI IMPOTENZA non poter stare nè andare
3° giorno
La trafila è semplice. Troviamo dopo un pò persino una nostra quotidianità nella città di zucchero. Un giro in ambasciata per sapere se è arrivato il nulla osta dalla questura di Milano per poter fare un passaporto provvisorio con cui richiedere il visto russo. RI-PASSANDO per l’agenzia che ci aveva fatto l’invito. (SI’, una fotocopia avrebbe facilitato il tutto quindi AMBASCIATA – TELEFONATA alla QUESTURA – FOTOTESSERA – TELEFONATA ALLA MAMMA – AMBASCIATA e il benedettissimo fax che non arriva. Talmente quotidianità, che siamo anche andati a farci, a quel punto, un weekend fuori porta… Partiamo dunque alla volta della sconosciuta e casuale HIUMA ISLAND, (preferendola alla festa della birra millantata d un improbabile e instabile portoghese giramondo, uno dei fantastici personaggi incrociati in questo forzato soggiorno estone.) Ci avviamo verso il mare in bus, con addosso un cielo carico di nuvole che sembravano ciuffi di cotone appesi. Luce limpida e tagliente. Il viaggio dura 6 ore tra i due autobus, la nave, l’altro bus. Un’isoletta nordica, bellissima, con case con i tetti spioventi e prati e boschi. Densità di popolazione bassissima. Quando arriviamo, ormai alle 9 di sera, il cielo è nero e le luci diradate, le strade sono silenziosissime e senza un lampione, ogni tanto passa una macchina. Gli odori sono molto forti, di vino, di erba, di mare, distese verdi con dietro il mare e una casa da sola, nel nulla. Dev’essere il luogo di villeggiatura degli estoni in quei quattro giorni all’anno in cui il termometro sale a 16 gradi e si va al mare. Arriviamo alla guest house a tentoni nel buio. Chissà che mentalità hanno qui in mezzo al mare, popolo di pescatori e tessitori, con un faro importante e ruscelli, il rumore dell’acqua che scorre nel silenzio, che gorgoglia. Avere la telecamera che funziona potrei registrare i suoni…
Il viaggio
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