Bacchettini di bambù

Visitammo anche le grandiose opere di Cultura dei Gesuiti nel sobborgo di Zigawei e le altrettante opere caritative erette e finanziate nei quartieri cinesi da un cristiano facoltoso del luogo, Giuseppe Lupehung, conosciuto da tutti come «Il Cottolengo Cinese».

Questo Signore una sera ci invitò tutti a cena  in casa sua per far corona a due Vescovi Cinesi (i primi ordinati da Pio X nel 1926) che erano venuti a Roma per la visita ad Limina ed ora erano rimpatriati proprio col «Conte Verde». Vi erano anche altri Sacerdoti esteri e Cinesi, insieme a molti amici del padrone di casa.

Era la prima volta che partecipavo a quei caratteristici pranzi cinesi con tutte quelle pietanze (da 16 a 32!) piene di odori e di spezie piccanti. Ogni pietanza consisteva, però, in un solo piatto posto in mezzo al tavolo. Ogni tavolo otto persone. Ciascuno ne prendeva un bocconcino o due con i famosi bacchettini di bambù, bevendoci sopra alcool caldo. Niente pane; e la minestra veniva per ultima. Io e Fra Egidio tentammo di usare i bacchettini, seguendo le istruzioni degli altri commensali. Ma i nostri sforzi riuscivano solo a suscitare la ilarità degli altri ospiti. Con trentadue pietanze si minacciava di uscire da tavola digiuni! Per fortuna ad un certo punto i Padri Cinesi chiesero ai camerieri di portarci le posate all’Europea, sempre a disposizione per chi le preferisse. Così evitammo tanto disastro!