La fuga verso i monti

All’avvicinarsi dell’esercito rosso anch’io, insieme alle autorità locali e a gran parte del popolo, fuggii dal Paese, portandomi dietro qualche veste di ricambio ed il necessario per celebrare la S. Messa. Mi rifugiai, come tanti altri, sulla costa di un alto monte, circa 10 Km. a sud di Shantsin, luogo fuori di mano e tuttavia in vista della strada mulattiera che correva lungo il fiume ai piedi del monte.

Vi erano, in quella zona, una ventina di famiglie cristiane. Presi stanza presso una più povera e nascosta, celebrando tutti i giorni la S. Messa su di un tavolo alla presenza di non pochi cristiani che volentieri approfittavano dell’occasione. Giorno per giorno si aspettava lo svolgersi del­le cose, sperando sempre che gli invasori se ne andassero.

Un po’ per volta gli sfollati cominciarono a tornare a casa, tranquillizzati dalle belle promesse dei comunisti di non far del male a nessuno. I più furbi, però, non si fidavano e temevano quello che realmente era, e cioè che i comunisti facessero la gatta morta per prendere meglio i topi. Rimasero quindi nascosti aspettando che i liberatori liberassero davvero il paese da quella confusione. Invece intanto si stava organizzando il nuovo “Governo Popolare” dentro le mura del paese, dando subito inizio alle prime retate ed alle prime esecuzioni. Poi si cominciò ad organizzare anche i Soviet locali nelle campagne, con la conseguente caccia alle persone ed alle cose nascoste tra i boschi. A questo punto rimanere nascosto in casa altrui   diventava pericoloso per sé stessi e per gli ospiti. Difatti se qualcuno anche povero, era sospettato di aver nascosto in casa sua cose o persone ricercate, veniva senz’altro preso, torturato ed anche ucciso se non consegnava le cose o le persone richieste.

Per non compromettere i miei cristiani, anch’io, dunque, cercai un altro rifugio, dato che la zona cominciava ad essere battuta dai soldati e dai popolani a loro servigio in cerca di preda. Una notte, al lume di luna, silenziosamente, per paura delle spie rosse travestite da contadini, fui condotto con la poca mia roba ad una piccola caverna, tra macchie di spini quasi in cima al monte.