Mestieri
sacerdoteLivello di scolarizzazione
Quinta ginnasioPaesi di emigrazione
CinaData di partenza
10.8.1933Data di ritorno
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976) Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)È il dicembre del 1947 quando Ruffino Barfucci, sacerdote missionario in Cina già costretto a rifugiarsi in montagna a causa delle persecuzioni che subiscono i cristiani ad opera dei comunisti, viene catturato.
La notte del 23 dicembre con il mio domestico ed il cristiano stavamo nella grotta a parlare di questo progetto di trasloco, quando si ode del fruscio su per la costa del monte, proprio sotto la grotta. Lupi? Leopardi? Guardie?… erano proprio queste che salivano palmo a palmo i cespugli e le anfrattuosità del terreno per scoprire cose o persone nascoste. Era troppo tardi per poter fuggire. Ci rassegnammo, quindi, alla nostra sorte!…
Allo scoprire la grotta con robe e persone dentro, quelle belve umane dettero in una satanica esclamazione di gioia. Con urli e fischi chiamarono altri compagni, a caccia nei monti vicini, perché venissero in aiuto con funi e ceste. Chi sa quali tesori immaginavano di trovare!…
Intanto con lampadine elettriche tascabili e con torce improvvisate dando fuoco a sterpi e frasche secchi, illuminarono con rossi bagliori l’interno della grotta, mentre intimavano: Mani in alto! e brandivano per aria sciaboloni, lancie [sic] e tridenti, pronti a stroncare ogni tentativo di resistenza. Ma chi avrebbe mai pensato a resistere o a fuggire? Quella scena infernale bastava a far gelare il sangue nelle vene!..
Fui strettamente legato con funi insieme ai due cristiani e fatto scendere lentamente dal monte. La notte era fredda ed il cielo stellato!
Giù a valle e su per la costa del monte si udiva un gran vocio e si vedevano lumi in movimento. Erano i rinforzi che arrivavano per impedirci, fra l’altro, di fare qualche brutto scherzo, come lasciarsi ruzzolare, insieme ai custodi, giù per il monte e così fracassarsi la testa insieme! Altre persone, in circostanze simili, lo avevano fatto!
Fummo condotti in una casaccia ai piedi del monte, dove si radunavano quei briganti legali quando partivano o tornavano dalle spedizioni notturne. Altri due cristiani del luogo furono condotti legati insieme a noi, colpevoli di sapere il nascondiglio e non aver fatto la spia, anzi, di avermi nutrito per tanti giorni. Passammo la notte sdraiati sulla nuda terra, preparandoci alla morte per lapidazione. I cristiani chiesero l’assoluzione sacramentale, dicendosi del tutto rassegnati alla volontà di Dio, meglio morire che vivere in un tale inferno! Solo erano dispiacenti per me!… Cercai di confortarli alla meglio e li pregai, se essi sopravvivessero a me, di far raccogliere il mio cadavere e seppellirlo, se fosse possibile, dietro la Chiesina sul pendio del monte della Croce, dove riposavano già altri tre Missionari esteri dei secoli scorsi.
Risposero con un pianto dirotto!…
Le guardie-briganti stavano intanto a scaldarsi intorno ad un gran fuoco acceso in mezzo alla stanza con le assi stagionate delle case distrutte. Ogni tanto tornava qualche razziatore, portando valigette o fagotti trovati nel bosco o tra i massi del fosso. In una valigetta vi era un vestito nuovo da sposa, rosso fiammante, come usa in Cina. Era il vestito di una mia giovane cristiana del luogo che avrebbe dovuto sposarsi durante la festa di Natale. Uno di quei ceffi se lo mise addosso, imitando i movimenti e la voce di una ragazza, con atti e parole sconce, mentre gli altri crepavano dalle risa
Sul far del giorno venne il capo del Soviet locale e ci frugò ad uno ad uno, dopo averci momentaneamente disciolti. A me tolse, oltre la corona ed il breviario che tenevo sempre in tasca, anche il cappello, gli occhiali ed il soprabito. Queste cose se le mise addosso lui (compresi gli occhiali che gli servivano soltanto… per darsi maggior aria! – Per tanti anni sono servite a te queste cose, ora è giusto che servano un poco anche a me!…Chiese anche il mio anello e l’orologio e fu difficile convincerlo che io non ero sposato, quindi non portavo anelli, e che l’orologio, teste il mio domestico, da qualche mese lo avevo mandato a Yung-yang per riparazioni ed ancora non era tornato. Non erano abituati a credere alla verità!
Fattici poi legare di nuovo con le mani dietro la schiena e unitici l’uno all’altro come alpinisti in cordata, preceduti e seguiti da due fucili, ci condusse alla sede del Soviet, poco lontano. La strada costeggiava il fiume. Ogni tanto si scorgeva, arenato sulla sabbia o impigliato nei giunchi, qualche cadavere nudo di uomo o di donna con la tasta sfracellata e tutto il corpo ammaccato. Erano cadaveri di persone giustiziati a Shantsin e gettati poi nel fiume, con la proibizione ai parenti di ricuperarli e seppellirli. Quel macabro spettacolo stringeva il cuore e levava il respiro!…
Il viaggio
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Quinta ginnasioPaesi di emigrazione
CinaData di partenza
10.8.1933Data di ritorno
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976) Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Ruffino Barfucci
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