Mestieri
bracciante, meccanico, motorista, fuochista, minatore, gestore di barLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1925Data di ritorno
1946Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Pietro ha deciso di partire per l’America, ma può farlo solo da clandestino, ‘imbucato’ come fuochista della nave.
Mi imbarcai su una vecchia carretta, la Pert. Rimanemmo qualche giorno a Genova sotto carico. A bordo incontrai Paolo; alla sera scendevamo a terra per una passeggiata e una tazza di caffè. Ben presto capimmo che avevamo gli stessi problemi, parlavamo delle nostre speranze e costruivamo piani e prospettive. Anche Paolo era contrario al Fascio e aveva avuto dei fastidi: andavamo d’accordo. Una sera eravamo in un bar molto bello, lussuoso, e Paolo mi disse:
– Sai, Pietro, io ho un fratello negli Stati Uniti che ha un locale come questo… forse anche più grande e più bello. E aggiunse che ogni anno suo fratello vendeva una grande quantità di botti di vino; un numero spropositato; e mi sembrava impossibile. […]
Finalmente la Pert salpò e mise la prua dritta verso il sud. Vedevo i monti della mia Liguria allontanarsi; mi venne in mente il brano dei Promessi Sposi e mentalmente lo recitavo:
“Addio monti sorgenti dalle acque ed elevati al cielo….”
Ero partito con l’intenzione di raggiungere New York dove avevo amici e parenti; pensavo di trovare lavoro in qualche ristorante come lavapiatti, mi pareva di non sapere fare altro, ma durante il viaggio Paolo mi convinse ad andare con lui a lavorare nel bar di suo fratello Jack, nella città di Scranton, Pennsylvania. A bordo fui classificato fuochista; le caldaie della Pert, che era proprio una vecchia carcassa, andavano a carbone: ce n’erano tre ed ognuna con tre forni. Non avevo esperienza; quella poca acquisita in Marina su un rimorchiatore era altra cosa. […]
Nell’oceano la Pert andava a velocità ridotta e io avevo acquistato esperienza, sicché me la cavavo con minor fatica e nel tempo di riposo non stavo più sempre in cuccetta; facevo regolarmente la mia doccia e passavo qualche ora in coperta con gli amici, ma parlavo poco. Il timore che capissero le mie intenzioni continuava a preoccuparmi, sicché facevo un po’ il tonto così da far pensare: “Ma dove vuoi che vada, quello scemo lì”…
Il viaggio
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