Mestieri
educatriceLivello di scolarizzazione
diploma magistralePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1932Data di ritorno
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Tra le prime persone ad accogliere la famiglia trentina appena giunta in Bretagna, anche la piccola Denise, coetanea di Mafalda.
Denise mi spiegò tutta l’organizzazione del villaggio. Spesso veniva a casa nostra traducendo con molta pazienza il nome di tutte le cose che vedevamo. Un giorno mi invitò a casa sua e con grande imbarazzo mi resi conto del disordine e dello squallore in cui viveva. I suoi genitori erano contadini, ed il deposito del letame confinava con l’abitazione. Il padre era un uomo dai modi bruschi e di poche parole. Seppi poi che non nuotavano nell’oro, il capofamiglia beveva ed ogni tanto picchiava la moglie. E mi spiegai anche perché Denise fosse così denutrita. Ogni giorno Denise, Maria ed io andavamo a scuola assieme: ci divertivamo e nello stesso tempo imparavamo le parole essenziali.
La scuola era gestita dalla suore di S. Teresa di Lisieux. Erano vestite di nero con i capelli tiratissimi, uno chignon sulla nuca e la scriminatura in centro. Erano gentili ma severe. Quale fu la nostra delusione quando la maestra superiora ci mise con i bambini dell’asilo!
Man mano che imparavamo il francese le suore ci inserivano in una classe più avanzata. Era un ambiente triste con pochi divertimenti. Ogni quarto d’ora suonava il campanello e si recitava una giaculatoria. Spesso la Mamma per controllare come ci comportassimo veniva a scuola e parlava con la maestra. Il movimento della testa che assentiva ci faceva capire che erano soddisfatte di noi. La domenica andavamo a messa dove M.lle Lalaitè cantava nel coro. All’offertorio il sagrestano offriva a tutti un pasticcino. Per noi erano grandi novità.
I primi tempi la messa ci rendeva tristi perché tutte le altre bambine avevano la borsetta ed il cappellino. Dopo qualche giorno il Papà andò a Pont-Chateau e comperò una borsetta ed un cappellino per ognuna. Li avremmo usati d’estate, mentre d’inverno avremmo indossato i baschi. Un giorno la Mamma andò dal parroco perché voleva confessarsi e voleva che lo facessimo anche noi. Andò in casa di Monsieur le Curè che stava mungendo mucche. Lo aspettò e gli fece capire che non era in grado di farsi comprendere. Insieme andammo in chiesa, il curato fece un segno circolare con la mano e disse pacati, pacati… non essendo in grado di dire la parola in italiano. La Mamma si confessò, al termine il prete le ripeté confiteor, confiteor e poi la assolse, e cosi facemmo anche noi.
Il viaggio
Mestieri
educatriceLivello di scolarizzazione
diploma magistralePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1932Data di ritorno
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Mafalda Mussi
In taxi da Parigi a Nantes
Arrivò il giorno della partenza. La Mamma aveva fatto venire in casa la sarta che ci...
Prime impressioni della Francia
Al mattino ci alzammo presto, ma prima di vestirci corremmo al balcone e dall'alto vedemmo tantissime...
L’inizio della malattia
Dopo qualche tempo Bortolo, un cugino di mio papà, venne ad abitare con noi. Lavorava con...
Ritorno in Trentino
Noi bambine nel villaggio socializzavamo molto e venivamo accolte con gentilezza in tutte le case del...
Bambinaia a Nantes
Una mattina andammo con la Mamma al mercato per comperare un pollo. Io non riuscivo a...
Mussolini a Bardonecchia
I miei genitori mi scrissero che dovevo prepararmi a rientrare perché avevano preso contatti con una...