Mestieri
educatriceLivello di scolarizzazione
diploma magistralePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1932Data di ritorno
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)La vita francese di Mafalda è ormai avviata, e la bambina comincia a farsi apprezzare a scuola e nel paesino. Purtroppo, però, una grave minaccia incombe sulla serenità della famiglia Mussi.
Dopo qualche tempo Bortolo, un cugino di mio papà, venne ad abitare con noi. Lavorava con Papà e quando alla sera arrivavano stanchissimi, la Mamma gli preparava lo zabaione. Io avevo l’incarico di levargli gli stivali e di porgergli la bevanda che lo doveva ricaricare.
Il Papà era una persona di poche parole e non faceva molti complimenti, però nei giorni di festa eravamo felici. Cantavamo le canzoni italiane, tutti i vicini uscivano di casa ad ascoltarci ed io ero orgogliosa della mia famiglia e di essere italiana. A scuola dopo le difficoltà iniziali avevamo acquistato familiarità con la lingua e la superiora ci spostò nelle sezioni superiori.
Per noi non fu difficile perché le scuole italiane erano più avanzate. Infatti alla fine dell’anno io ricevetti il secondo premio. Fu un giorno memorabile: c’erano tutte le autorità di Besnè e naturalmente i genitori. Al termine della premiazione i miei posero sulla mia testa la corona d’alloro e ricevetti in regalo un libro: “Les petits jumeaux du manoir”. Clemencau, la compagna che aveva conquistato il primo premio, ricevette la corona d’oro dal sindaco. Io ero trionfante. Era finito il periodo (pochi mesi prima) in cui la superiora passava di banco in banco scandendo le sillabe ed io terrorizzata temevo di non riuscire a scriverle in tempo utile.
Avevo ricevuto il secondo premio perché avevo sbagliato un solo accento nel mio compito. Ripenso a quel periodo e mi vengono in mente delle grandi fette di pane e burro salato con le sardine fritte oppure con le banane, mentre quando ci volevano premiare ci davano del cioccolato.
Papà lavorava sodo, ma era sempre più stanco. Insieme alla sua équipe aveva il compito di posare i pali di cemento dell’alta tensione nelle zona della Bretagna dove non c’era ancora la corrente elettrica. Pur essendo a pochi chilometri dalla Loira non ricordo giornate fredde o piovose, ma forse era la mia fanciullezza a farmi vedere tutto rosa. Un giorno però Papà ebbe un’influenza terribile e fu costretto a letto per un po’. Madame Russon, che da quelle parti era considerata un’infermiera, gli mise la “vampughe” sul dorso, che si diceva facesse sparire la febbre. lo non so di cosa si trattasse, ma ricordo che prima si formarono grosse vesciche piene di siero e poi la febbre se ne andò. Papà era un po’ indebolito ma si riprese. Madame Russon era specializzata nella cura delle ustioni. I feriti dei villaggi intorno la venivano a trovare ed io, che ero incuriosita da queste cose, constatai che le lesioni si rimarginavano celermente.
Il viaggio
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