Mestieri
manovaleLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
VenezuelaData di partenza
1952Data di ritorno
1958Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Temi
Una memoria “esemplare” quella di Vincenzo Furgiuele, sia pur espressa con i mezzi di un’istruzione arrestatasi alla licenza media. Vi si riconoscono tanto il dettato romanzesco di fine Ottocento/inizio Novecento, quanto il modello deamicisiano dell’autoaffermazione ‘onesta’.
Nato ad Amantea (Cosenza) nel 1930, nel dopoguerra Vincenzo si dibatte tra l’attaccamento ai genitori e il desiderio di far fortuna come già alcuni conoscenti han fatto, di là dall’oceano. Il Venezuela, in particolare, in virtù degli accordi siglati con il governo italiano, accoglie manodopera più o meno specializzata. È l’occasione da non lasciarsi scappare.
Parte all’inizio del 1952, e a Caracas si riunisce con altri calabresi. Uno dopo l’altro, la sua scrittura dipana molti dei topoi dell’autobiografismo dell’emigrazione, enfatizzati da una narrazione manierata: l’addio struggente ai genitori e al paese; il bacio al suolo italiano prima della partenza della nave; le prime esperienze erotiche in viaggio; all’arrivo, la supplica al suolo venezuelano di aver cura di lui..
Del soggiorno in Venezuela Vincenzo Furgiuele rievoca tanto l’operosità (si impiega in vari cantieri) quanto il fascino dell’incontro con un mondo esotico e misterioso, le cui lusinghe – dall’oro agli amori con le bellezze indigene – sono calmierate dalla prospettiva assennata dell’anziano.
Dopo sei anni, nel 1958, fa ritorno a casa, deluso nelle aspettative ma, se non altro, sereno d’esser rimasto fedele ai valori di sempre.
Il viaggio
I racconti
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