La carovana

Dopo la lezione pratica di costruzione del segnale trigonometrico, si decide la ricognizione della zona dove andremo a costruire i vertici della catena di triangolazione. Allora prepariamo tutto il materiale che riteniamo necessario per un compito del genere e lo carichiamo sugli autocarri con i quali arriveremo più vicino possibile alla zona prescelta, da questo punto proseguiremo a piedi per raggiungere i monti scelti, con una piccola carovana.

Per darvi un’idea della lunghezza della carovana che guideremo, la descrivo in colonna come se la vedessi passare davanti a me:

– un cavallo per me ed uno per il mio collega;

– un cavallo per l’attendente;

– un cavallo per lo scritturale;

– due cavalli per gli operai;

– tre muli per i barilotti dell’acqua e il filtro a pompa;

– tre muli per le nostre tende, e le cassette degli effetti personali;

– un mulo per gli strumenti;

– cinque mulo per il materiale da costruzione travicelli, picconi, badili, cemento;

– tre muli per le vettovaglie;

– tre muli per le masserizie degli ascari;

– quindi ascari di scorta appiedati.

Io poi avevo, diciamo così, due fissazioni: un sacchetto di monete per gli acquisti occasionali, in quanto gli indigeni non accettavano carta moneta […] e un bauletto con i medicinali più ricorrenti: aspirina, guaiacolo, steridrolo, chinino, alcool, cotone idrofilo, collirio, bende varie, canfora per iniezioni con tanto di siringa e aghi. Tutte le medicine erano nelle confezioni originali dell’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze che io mi procuravo quando mi capitava di passare da una residenza dove c’era un dispensario medico. Un “medicinale” molto richiesto come purgante era la benzina, che anche i nostri ascari venivano a frasi dare con un qualsiasi recipiente, in genere un barattolo di conserva usato che loro chiamavano “corcorò”.