Mestieri
netturbinoLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1942Data di ritorno
1945Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Da ben otto mesi Ulderico Sproti, “mobilitato civile”, lavora nelle miniere di carbone della Saar. Nemmeno a 1400 metri di profondità lui e gli altri minatori sono risparmiati dalla propaganda di guerra.
[…] il destino volle che in un mattino, al termine del nostro turno di lavoro, mentre scendevamo dalla scala, io ero il penultimo, e avevo disceso sei ho sette piroli della scala, e se non fosse stato per la botola, sarei sceso per ultimo perché, come ho già detto, avevo paura che ha qualcuno le si sganciasse la lampada dalla cinta e mi venise in testa, come successe a un italiano che ci rimise la vita. Come ripeto, avevo appena sceso sei o sette piroli della scala, e l’ultimo minatore aveva già messo i piedi al secondo, e stava girando la manuella del congegno che apriva e chiudeva la botola,… ma, non si seppe il motivo della disgrazia, io mintesi il minatore sopra le mie spalle, presi dalla sua lampada un colpo frà il capo, e il collo, che ancora non so, come non precipitai anch’io dalla scala,… non un grido,…solo un tonfo, io finii di scendere la scala con le gambe che mi tremavano, e quando fui giù, nel piano della galleria potei, ossia vidi due uomini ha terra, un italiano e un tedesco, e un altro tedesco piegato sul suo patriotta con una mano le scuoteva la testa, e questo con due occhi in fori quasi ricoperti di sangue lo fissava, come le chiedesse aiuto.
Io invece mi piegai sull’italiano, che si era portato tutte due le mano su una spalla,… e provai ha sollevarlo , mà questo mando un grido di dolore che, io subito lo riadagiai al suolo.
Mi alzai, e guardai quel quadretto di dolore,… e la mia amente e il mio cuore mi dissero! Guarda e osserva,… la pietà, e la contemplazione,… conseguenze della miniera,… i minatori si sacrificano, ci muoiono, ci si storpiano, e si accorciano la loro vita,… e gli altri nei salotti ne ritraggono i profitti.
Mà, questa strana voce interna, durò un attimo, perché, io e il tedesco che eravamo rimasti incolumi,… ci guardammo in faccia, e senza dirci una parola prendemmo fra le braccia il tedesco che era agonizzante, e lo portammo nella galleria centrale, dove diede l’anima ha Dio, poi corremmo ha prendere l’italiano, mà, questo appena toccato incominciò a gridare, e non fù possibile muoverlo da dove si trovava, perché aveva una spalla rotta,… quella che aveva ricevuto il colpo del corpo del tedesco cascato dall’alto della scala, che prese l’italiano nel fondo, appena aveva toccato terra. […]
Intanto ha noi che ci avevano destinato hai duri lavori,… nelle viscere della terra,… ci giungevano dall’Italia dei giornaletti di incoraggiamento, e dicevano così!
A voi italiani, che vi trovate oltre frontiera, e che lavorate con tenacia nelle profonde miniere… voi siete l’orgoglio della manodopera italiana. Ma voi non siete operai!…. Voi siete soldati di prima linia…. L’Italia per vincere la guerra, ha bisogno di carbone per le fonderia, base principale per i rifornimenti di armi per il nostro esercito, ecc. ecc.
Ecco, come eravamo considerati prima, … noi mobilitati civili per le miniere.
E infatti, noi eravamo come soldati, eravamo mobilitati civili, mà, con la cartolina di precetto di S. Maestà il Re […], ci mandarono in terra straniera per far la guerra nel sottosuolo alla terra, alla profondità di 1400 metri, il nostro compito era di attaccare la terra per estrargli il carbone,… ma la terra si difendeva strenuamente, colpendo inaspettatamente il nemico che osava violarla, in tutte le gallerie seminava terrore e faceva vittime,… e si difendeva anche col gas,… e degrinava, e decimava quegli uomini che il giornale chiamava orgoglio della manodopera italiana e soldati di prima linia.
Il viaggio
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1945Periodo storico
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