Ritorno in Brasile

Noi si rimase sole e si andò a stare con la famiglia Spoti la mamma lavorava io andavo a lavorare da una ricamatrice e la sera portavo a casa del lavoro per poter guadagnare di più per tirare avanti. […]

Nel 1910 mio padre ci invio i biglietti per il ritorno e fù nel Novembre 24 ci si imbarcò io compivo 20 anni e si arrivò al Brasile nel Dicembre con grande gioia. Ma bisognava lavorare pure noi e trovai del ricamo e dei cappelli e dovevo cercare della roba per farli, e si andò a cercare delle modisterie: e in Piazza della Cattedrale si trovò che la proprietaria era Italiana e ci si mise a parlare e lei ci disse a Torino aveva una sorella con una modisteria e aveva 2 figlie alli studi e che avrebbe intenzione pure lei di recarsi a Torino. Si comprò quello che avevamo bisogno e ci salutammo, lei volle il nostro indirizzo.

Un bel giorno venne a trovarci per parlarci di quanto aveva pensato di cedere il negozio a noi. Noi si disse: cara Signora per il momento non possiamo decidere niente, perché non abbiamo mezzi sufficienti e disponibili.

Un’altra volta ritornò da noi e ci disse che si andasse al suo negozio [a vedere] come procedevano le cose e farci conoscere la clientela: allora si disse io posso venire per aiutarla e così feci andai e lavoravo e mi presentava a tutti e vidi che veramnete lavoro c’era.

Un giorno ci disse io lascio e voglio a lasciarlo a voi, e come si disse noi, si fa un contrato con il ragioniere che tutti i mesi venga a riscuotere; e mandarne lì a Torino e si fece così, si riprese con il negozio, lei partì per l’Italia nell’Aprile del 1911 e il 1 Maggio si cominciò noi. Le cose andavano bene e tutti i primi del mese si dava la quota stabilita, fino alla fine del pagamento, ci scrisse una lettera dove ci diceva che gente onesta come noi non l’aveva mai trovata e pure noi la si ringraziava per tanto bene che ci aveva fatto.