Mestieri
informaticoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
YemenData di partenza
1994Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Nello Yemen, dove Mario Speranza presta servizio per una Ong italiana, è in corso la guerra civile mentre la vita continua a scorrere, seguendo i rituali della religione.
Il sole non è ancora calato, ma non manca molto al crepuscolo.
Siamo ancora fermi nel mezzo del mercato di Ibb (città nel sud-est dello Yemen, Ndr) e, insieme al direttore dell’ospedale, attendiamo che ci venga restituita da una macchina, che sembra una lavatrice, una gallina completamente spiumata che sarà parte del pasto notturno della sua famiglia.
In giro per il mercato c’è una sorta di eccitazione che ricorda la vigilia delle nostre feste di fine anno, quando tutti sono affaccendati a far provviste pregustando i pranzi e le cene familiari.
È quanto avviene nelle sere e nelle notti di Ramadan (mese di digiuno dall’alba al tramonto, osservato ogni anno per commemorare la prima rivelazione coranica ricevuta da Maometto).
In questo periodo, più che in altri momenti dell’anno, si invitano parenti ed amici a prendere parte al piacere di mangiare insieme, condividendo le fatiche della giornata.
Se di giorno le città e i villaggi sono luoghi desolati, nella notte brulicano di persone in festa; le vie di Sana’a sono intasate di auto, e shari’a Jamal viene addirittura chiusa al traffico, per consentire il passeggio alla folla che si accalca fino a notte inoltrata, tra le vetrine dei negozi piene di luce e gli addobbi luminosi appesi lungo la strada. Incrociando amici e conoscenti, ci si scambia gli auguri di buon Ramadan: “Ramadan karim!” (Ramadam generoso, Ndr). Agli angoli delle strade gli ambulanti friggono frittelle ripiene di carne e verdure, per la gioia dei bambini vestiti a festa. Benché l’obbligo del digiuno inizi con il periodo della pubertà, molti genitori introducono anche i bambini alla pratica parziale del digiuno, in modo tale che essi pure siano coinvolti nella festa serale di condividere la cena assieme a tutta la famiglia.
Gli altoparlanti delle moschee hanno appena iniziato a chiamare i fedeli alla preghiera, ricordando loro che si stanno lasciando alle spalle un altro giorno di Ramadan.
Ceniamo anche noi, a sera lo facciamo con maggior gusto non più disturbati da quel leggero senso di colpa che a pranzo aleggia sulla nostra scarsa propensione al sacrificio. A notte fonda, si sente ancora l’odore di cucina e le voci provenire dal piccolo ristorantino sotto casa, che chiude solo alcune ore prima dell’alba; prima del nuovo giorno si deve mangiare ancora per accumulare le energie necessarie per resistere fino a sera, è possibile farlo, sino a un quarto d’ora prima dell’alba, è il Suhuur: la colazione che si consuma prima che si alzi il sole.
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