Mestieri
OperaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
3.1919Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)In una conferenza del Partito comunista francese Lionello ha modo di conoscere Giorgio Amendola, già noto antifascista e militante del Partito comunista italiano.
Nell’ottobre del ’37 avviene un fatto che avrà conseguenze per la mia vita di militante.
In una assemblea della sezione, presente il segretario della Federazione Molinier che informa che la Direzione del Partito organizza d’accordo con il PCI una conferenza nazionale dei comunisti italiani con la richiesta particolare di far partecipare i giovani italiani, cresciuti nell’emigrazione. Per il Gard sono chiesti due delegati. Molinier propone un giovane minatore e me. Obietto che in modo specifico non mi ero mai impegnato su quei problemi, salvo partecipare alla campagna e alle manifestazioni di solidarietà per Antonio Gramsci, che all’appello di Romain Rolland si erano svolte in Francia. Molinier risponde che è proprio quel che si vuole e aggiunge “Un viaggio a Parigi è sempre gradevole”.
La conferenza si svolge ad Arcueil, nella periferia parigina. La relazione è presentata da Giulio Cerreti che era responsabile dei gruppi di lingua italiana in seno al PCF. Erano presenti alcuni dirigenti nazionali del PCI. Ci trovai come delegato di Arles Gino Tuccini, per il Gard, oltre a me Carmelo Camarata che di lì a poco, su richiesta del PCI, rientrava in Italia per il lavoro clandestino. Con l’entrata in guerra dell’Italia fascista, fu chiamato alle armi. Fatto prigioniero, dopo l’8 settembre, subì la sorte degli altri 600.000 soldati italiani, che rifiutarono di servire Hitler e Mussolini e furono deportati in Germania. Lo ritrovai, dopo la guerra, nel bacino minerario del Gard, sempre impegnato.
Alla conferenza furono elette delle commissioni. Mi ritrovai nella commissione di Stato Operaio, presieduta da Glorgio Amendola. Intervenni per dire che mi trovavo di fronte a dei problemi che non conoscevo ma che a partire da questo momento mi assumevo l’impegno a fare quel che potevo per quelle questioni e siccome parlai in francese Amendola mi interruppe per chiedere perché non parlavo in italiano. Risposi che ero più a mio agio con la lingua francese. Nuova domanda: “Ma in Italia vuoi tornare?” risposta “Non mi sono mai posto il problema”. In occasione di una sua visita a Pisa ricordai l’episodio a Amendola, che lo aveva sempre in mente, che esclama: “Ho avuto ragione io!” .
Il viaggio
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