Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
licenza scuola media inferiorePaesi di emigrazione
Inghilterra. GermaniaData di partenza
3.1961Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Nonostante le difficoltà con la lingua tedesca, Laura Nassi ha modo di stringere subito molte amicizie.
L’atteggiamento dei giovani berlinesi nei miei confronti fu subito disteso e aperto, e ciò mi permise di allacciare molte amicizie, tutte tedesche perché oltre agli eserciti d’occupazione, io ero una delle poche straniere verso le quali non nutrivano nessun risentimento, in quanto non ci consideravamo responsabili di quello che avevano fatto i nostri padri, e io non volevo sopperire ad alcun sentimento negativo verso gli abitanti della nazione che mi ospitava.
Berlino era un’isola circondata da quella terra germanica ormai sotto l’influenza dell’Unione Sovietica, condizione che si era venuta a creare dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. […] Durante la conferenza di Postdam fu deciso di dividere Berlino in quattro zone secondo il numero delle nazioni vincitrici. Agli Stati Uniti venne disegnata la parte sud-ovest della città, dove io abitavo, alla Gran Bretagna la parte ovest, alla Francia la parte nord-ovest, all’Unione Sovietica totalmente la parte est. […]
Quando per la prima volta andai incontro alla città, i miei primi passi nel centro di Berlino Ovest, furono diversi dai passi che avevo posato in altre città. Non furono curiosamente veloci per la brama di vedere, di conoscere, ma incerti e guardinghi, in quanto Berlino non era solo l’ex capitale della Germania ma anche del terribile Terzo Reich, la città di Hitler. Ma era anche una città divisa a metà, controllata da una parte dalle nazioni che avevano vinto la guerra, mentre dall’altra, cioè il cuore culturale dell’ex capitale, era sotto il controllo dell’Unione Sovietica. […]
Arrivata a piazza Breitscheid, ammirai a lungo la torre mozzata del campanile della chiesa che emanava il fascino tipico dei superstiti. Negli anni cinquanta, dopo accesi dibattiti su come procedere a proposito di certi ruderi illustri fu deciso di lasciarli immutati quale simbolo evocativo del passato conflitto e come deterrente per frenare desideri di vendetta scatenando altre guerre. L’architetto Egon Eiermann, che optò per non distruggere quello che era rimasto della chiesa, vinse un concorso e costruì una nuova chiesa integrandola armoniosamente con il vecchio e il campanile mezzo diroccati dai bombardamenti, diventando il simbolo della Berlino Ovest. Non entrai mai a visitare la nuova chiesa, e stranamente non mi interessai del perché non fossi spinta come al mio solito dalla curiosità.
Il viaggio
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