Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
licenza scuola media inferiorePaesi di emigrazione
Inghilterra. GermaniaData di partenza
3.1961Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)In quella tarda primavera del 1961, a Berlino il muro non è ancora stato eretto; vigono però le ben note divisioni tra il settore occidentale e orientale della città.
In quanto a me, ero cresciuta in una famiglia di sinistra dove avevo sentito parlare con entusiasmo di come si viveva nella Russia di Stalin, dei diritti che i russi godevano. Come la scuola gratuita per tutti, la sanità, la casa, il lavoro per tutti. La proprietà privata non esisteva, ma tutto era di tutti, e tutti avevano gli stessi diritti lo stesso tenore di vita. Queste mete che sembravano irraggiungibili per il mio paese, mi erano state esaltate sopra tutto da una mia zia, a me molto cara, che auspicava che arrivasse presto anche in Italia uno come baffone, come veniva chiamato affettuosamente Stalin a causa dei suoi folti baffi. Tale zia anche durante il fascismo portava una spilla d’oro a forma di stella a cinque punti con rubini. Anche io pensavo che con l’avvento al potere di un governo democratico comunista avremmo potuto beneficiare di tutte quelle cose al momento mancanti. Quindi arrivata a Berlino la mia curiosità di sapere come realmente si vivesse in un paese a regime comunista era forte, anche se, in quella parte della Germania la popolazione non aveva scelto con una rivoluzione quel sistema come era accaduto in Russia, ma le era stato imposto dai vincitori russi, e da Mosca arrivavano gli ordini. Berlino Est era la parte storica della città dove c’erano i musei, l’altare di Pergamo, la cattedrale, il viale Under den Linden… il teatro dell’opera, i vecchi quartieri, compreso quello ebraico, ed era attraversata dallo Spree. Tutto questo rendeva la parte della città sotto il comando dell’unione Sovietica la più interessante.
Dopo poche settimane che mi trovavo a Berlino attraversai per la prima volta il Checkpoint. Per farlo dovetti mostrare il passaporto, dire lo scopo della mia visita, dare l’indirizzo dove lavoro e abitavo, e quale era lo scopo della mia visita a Berlino Est, dopo di ché entrai nella DDR. […]
Molto era stato bombardato e i muri che erano rimasti in piedi mostravano le loro ferite scandendo la loro tristezza tutto in torno con gemiti di decadenza. In quel riemergere del recente passato cercai il luogo in cui si trovava il buncher dove Hitler aveva messo fine alla sua vita, suicidandosi insieme alla Braun […]. quando i miei occhi si posarono su quel misero pezzo di terreno dove Hitler e la sua banda avevano dato gli ultimi, spietati ordini, fui sorpresa dalla misera pochezza e dalla nullità di quel rinomato luogo […].
Quella mia prima visita a Berlino Est mi fece anche pensare a un’altra cosa, che il socialismo nella sua forma concreta non era la soluzione giusta e idilliaca che credevo.
Il viaggio
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