Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
AustraliaData di partenza
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Qual è la differenza tra una “house” e una “home” e come viene percepita da un migrante italiano in Australia negli anni ’50? Lo spiega Giorgio Camilletti.
Casa lavoro casa. Lavorare e cercare di guadagnare il più possibile. Avevi debiti fatti per partire, non avevi corredo dietro, non sapevi la lingua, insomma avevi tutto contro. Ma il pensiero maggiore era di farti una casa. Senza questa eri proprio un “pellegrino”. Per questo in inglese la parola casa ben definita, si dice “hause”. Sono tutte hause ma la tua dove realmente vivi è chiamata “home”. Io finalmente nel 1957 ebbi la mia home. Ma anche qui fui sfortunato. Quando la comprai il prezzo era alto e quando la rivendei i prezzi erano calati, a malapena ci ripresi quelli che avevo spesi. In Italia con i soliti soldi ne comperavo 4 ma ormai era cosa fatta. Essendo nell’altro emisfero avevo lasciato tutta quella, poca, cultura di 35 secoli di storia per abituarmi a quella di appena due secoli. Dato che noi italiani avevamo perso anche la guerra, non eravamo considerati proprio nulla, anzi, nella scala dei valori per nazioni, eravamo gli ultimi, si veniva dopo gli arabi (leggi petrolio) e i maltesi (avevano vinto la guerra). Una cosa, però fu certa: da quel momento io avevo acquisito la cultura australiana (poca-poca), così con orgoglio potevo dire ad amici e non che avevo una cultura “TRANSOCEANICA”.
Il viaggio
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