Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
licenza scuola media inferiorePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)La guerra in Etiopia è finita da due mesi. I contingenti italiani sono logorati dalla permanenza in Africa.
Nel mezzo dell’accampamento, su un alto palo, ogni mattina viene issato il nostro tricolore; il solo simbolo che qui ci ricorda la Patria lontana e, con essa, tutti i nostri cari! Sono due mesi che la guerra è finita e ancora nessuno parla di rimpatrio. Tutta l’immensa gioia e speranza che provammo in quei giorni, è svanita poco a poco con l’affrontare fatiche e privazioni mai provate prima di allora. Tutto il malcontento è rivolto verso gli Alti Comandi che, a nostro giudizio dovrebbero iniziare la smobilitazione di alcune delle grandi unità, con l’avvicendamento di truppe fresche mandate dall’Italia. Forse per questi cambi è un passo ritenuto troppo gravoso per la Nazione e seppure ci troviamo alquanto disastrati; è ancora convenevole utilizzare fino l’ultima goccia, chi è già acclimatato e pure ambientato nei posti di presidio. E così il malumore serpeggia tra gli anziani reparti fino a spegnere a poco a poco quella viva fiamma che tanto ci esaltava del dovere compiuto. Pure la tanto divulgata canzonetta «Faccetta Nera» che in Patria era il nostro inno ufficiale, più nessuno la ricorda. Queste nere faccette del posto, luride, coperte di stracci e di pidocchi, conosciute sul vivo, hanno subito perso tutto il romanticismo che le strofe della canzone davano intendere e le lasceremo volentieri dove stanno, senza rimpianti e senza alcuna volontà di.. portarle a Roma liberate! Sperando sempre che presto si avveri quel pio desiderio di cancellarci quella pesante oppressione che sta latente in tutti noi e finalmente, oltre che in Patria dover pure ritornare e convivere con le nostre care e indimenticate «Faccette italiane»! Adi Arcai!… Malefico soggiorno che più ci è rimasto impresso nei ricordi; primo per la lunga permanenza dovuta e poi per lo sfaldamento morale che, mese dopo mese ci porta ad un’esasperazione talvolta non più controllata. In questo clima SI vive continuamente in un profondo stato depressivo; in una ridda di notizie false o tendenziose, sempre in bilico fra lo spostarsi e il rimanere, ordini dati e annullati da contrordini, imminenti rimpatrii Prolungamenti di date di diversi mesi mettono a dura prova la sensibilità di ognuno; rendendoci sempre più in preda al nervosismo. I giorni, le settimane e I mesi trascorrono in queste alternanze di gioie e dolori che, fra speranze e delusioni, sono il nostro quotidiano tormento.
Il viaggio
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