Bubboni

L’inverno trascorse tranquillamente; ebbi solo a lamentare la mancanza di vetri alle finestre dell’aula e a questo inconveniente la direzione didattica rimediò inviandomi un certo numero di ritratti del re e del duce, debitamente incorniciati. Tolti i vetri dalle cornici li applicai alle finestre e così, anche se il freddo non fu mai pungente, evitai a me ed ai miei scolari di buscarci qualche malanno. La precoce primavera fu annunciata da una abbondante fioritura di alcune piante di mimosa che fiancheggiavano l’edificio della scuola, ma purtroppo anche su di me ebbe inizio una assai meno poetica fioritura. In varie parti del corpo mi si venivano formando dei grossi bitorzoli che, nonostante le più energiche disinfezioni, non mi riusciva di far rimarginare. Il medico, in una delle sue periodiche visite, mi disse che si trattava di avitaminosi provocati dal fatto che nella mia alimentazione erano quasi completamente assenti la frutta c la verdura. In quel periodo sui rami dei mandorli che in lunghi filari avevano ormai terminato la fioritura, cominciavano a formarsi i piccoli frutti e fu con essi che il medico mi consigliò di completare la mia alimentazione. Ebbe ragione perché, dopo averne mangiato abbondantemente nel giro di pochi giorni quei noiosissimi bubboni scomparvero e – per evitare che l’inconveniente si ripetesse – mi ripromisi di impiegare il tempo libero nella coltivazione di qualche ortaggio.