Monelli mussulmani

Qui a parte i pochi passi per andare alla missione, a prendere il pane e la frutta, e verdura, siamo sempre in casa. Ci sediamo un po’ fuori nel pomeriggio, ma dopo un po’, dobbiamo chiuderci dentro perché siamo disturbate da un gruppo di monelli mussulmani. I primi giorni ci osservavano da lontano, poi cominciarono ad avvicinarsi, chiedono caramelle, orologio, scarpe, cerchiamo di mandarli via ma loro fanno i pagliacci e hanno sempre qualcosa in mano, così entriamo e chiudiamo la porta. Ieri per dispetto, hanno sparso in giro le immondizie, poi batterono sulla porta facendo la voce grossa come gli stregoni. Questa mattina ne sono arrivati tre, armati di un lungo bastone e un barattolo di latta, sembrano piccoli guerrieri, non voglio più scappare e li affronto, si fermano a pochi metri, io li guardo e sto ritta, dopo un po’ con voce autorevole dicono: bianco dacci caramella, no rispondo, ripetono la domanda e dico no, allora il più grande dice: io prendo il fucile e bum. Bene vallo a prendere io chiamo Ludovico, esitano un po’ e poi se ne vanno. Non sono più tornati, non perché avessero paura di me ma perché erano stati ripresi dai frati. Io però da sola non esco, credevo fossero dei poveri bimbi affamati, invece sono dei monelli pestiferi e anche ladri, non si può lasciare fuori niente perché portano via tutto, ho dimenticato gli occhiali e sono spariti.