Paesi di emigrazione
CongoData di partenza
2009Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Il primo approccio con Kinshasa, le impressioni della caotica città africana nella memoria scritta da Alessandro Bonora.
Prendiamo il tragitto per il centro Guanelliano viaggiando sulla strada principale, che collega l’aeroporto alla periferia della città, dove siamo diretti. Questa che stiamo percorrendo, è una grande strada di comunicazione che taglia in due la città, ci sono quattro corsie, due per ogni senso di marcia, mi rendo subito conto che è veramente pericoloso viaggiare su questa strada, riusciamo appena in tempo a scansare un grosso camion fermo sulla nostra corsia di marcia, stava fermo sulla strada, per cambiare una gomma, come se niente fosse. Dopo un’imprecazione, Santiago, mi spiega che questa è la prassi qui nel Congo, mi dice che bisogna tenere sempre gli occhi bene aperti, e avere buoni riflessi per guidare su queste strade, sono molto pericolose, puoi trovare improvvisamente una grossa buca e se non sei abile nel scansarla, puoi finirci dentro rovinosamente. Poi continuando mi spiega che è normale per loro se forano una gomma fermarsi nel mezzo della strada per cambiarla, per fortuna che il traffico a quest’ora della sera è un po ridotto. Ci sono molti fuochi accesi dentro a dei bidoni lungo i margini della strada, sembrano quasi sostituire i lampioni, ci sono anche molte persone ai bordi delle strade che sembrano vagare senza meta, pare di stare su un altro pianeta, il primo impatto è molto forte, non sembra neanche di stare in una città, è sbalorditivo.
Infatti, domando sbalordito a Santiago, ma è questa la città? certo questa è una parte ovviamente mi risponde. Finalmente ha tarda sera, dopo avere tribolato un bel po siamo quasi arrivati. Nonostante il buio, scorgo subito prima di svoltare dalla strada principale per una stradina sterrata, con un po’ di stupore e meraviglia, che il Sant Josep Hospital, è dall’altro lato della strada vicino alla nostra struttura. Appena dopo qualche centinaio di metri sul lato sinistro della strada sterrata si erge come un fortino protetto da alte mura il centro missionario dei Guanelliani. All’entrata c’è un grande cancello, Santiago da un colpo di clacson, poi un altro a seguire, e subito viene aperto dalla sentinella, cosi era chiamato l’addetto alla sorveglianza, per l’apertura del cancello, è un uomo di mezza età del posto , che lavora all’interno di questo centro come apri cancello e guardia, mi fece un po’ di impressione la prima volta che lo ho visto, perché era coperto dalla testa ai piedi da una specie di sacco di patate,per proteggersi mi spiego poi in seguito Santiago, dalle zanzare.
Il viaggio
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