Un primo sguardo all’Albania

I collegamenti stradali non sono tra i migliori, ma sono comunque al di sopra delle mie aspettative. In generale ho la sensazione di essere in un territorio simile alla Calabria di qualche decennio fa, mia Regione di origine. Man mano che avanziamo verso Scutari la realtà territoriale cambia: le strade diventano più dissestate e ripide, la povertà economica è più palese, l’esclusione ed il degrado sociale aumentano soprattutto quando passiamo davanti al quartiere in cui vivono i ROM. Arrivati a Scutari incontriamo per strada una delle persone che fanno parte dell’Associazione locale, che ci saluta con aria visibilmente adirata per un contrattempo avuto nel corso della giornata. L’aspetto esteriore è quello di una ragazza con corpo dalle fattezze mascoline che si presenta a primo impatto come una persona dai modi di fare bruschi e dal carattere forte e deciso. Dai suoi occhi azzurri traspaiono però tanta umanità e la volontà di fare qualcosa per cambiare una realtà locale che definisce come “retrograda e maschilista”. Intanto incontriamo anche il Vice-presidente dell’Associazione partner che ci saluta ín modo timido e gentile. La casa e l’ufficio, sebbene arredati in modo sobrio ed essenziale, mi sembrano molto accoglienti. Ciò contribuisce a farmi entrare sin da subito in sintonia con il contesto locale che, pur presentando una serie di problematiche, mi suscita comunque un impatto notevolmente positivo. Nel frattempo ci raggiunge anche uno dei due operatori progetto dello staff locale e prima di cena si va tutti insieme a fare un giro nel centro della città. Camminando mi guardo attorno ed ho la sensazione che tutto ciò che mi circonda abbia stretti legami con la religione cattolica: chiese, scuole e tutta una serie di altre strutture. Tra una chiacchiera e l’altra acquisisco qualche informazione di carattere generale sull’Albania, mentre volge al termine la mia prima giornata trascorsa a Scutari.