Mestieri
operaio, commercianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1926Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)In maniera rocambolesca, Antonino diventa proprietario di un’autovettura acquistandola a un’asta. È una Essex e al neoproprietario non sembra vero: è il 1929, ha da poco compiuto 18 anni e solo tre anni prima viveva ai margini in un sobborgo di Buenos Aires. Non che ora le condizioni sociali di Antonino siano particolarmente migliorate. Vive sempre di lavoretti saltuari e spesso fatica a trovarli. Ma è negli Stati Uniti, e ha appena acquistato un’autovettura. E questa cosa lo fa sentire bene, integrato nel mondo in cui ha deciso di vivere.
Il mio amico Chickie mi invitò ad accompagnarlo ad un’asta pubblica che avrebbe avuto luogo sulla via principale, dove avremmo potuto trovare della roba, dei mobili, delle automobili e un’infinità di altri articoli. All’arrivarci passammo da un enorme capannone che era pieno di gente e ascoltammo la voce del banditore che diceva: “Bazze come queste non troverete in nessuna parte… uno, due… aggiudicato!” Rimanemmo lì circa un’ora e dopo il banditore andò in un’altra parte del capannone, per vendere all’asta un’automobile, una Essex 4 porte. Gli acquirenti non sembravano avere molto interesse, ma starnutii e sentii il banditore contemporaneamente che spifferava: “Venduto”. Soltanto dopo mi accorsi che il compratore ero io, quando vidi che un uomo si avvicinava a me, chiedendomi $33, prezzo cui era stato venduto all’asta. Cercai di spiegare ma inutilmente, che il movimento della mia testa, che avevano interpretato come offerta, era stato motivato da uno starnuto. Il peggio era che non avevo denaro con me, ma accettarono il deposito di $5; dovevo tornare a casa e portare la differenza prima che finisse la giornata. Avvertii Chickie di ciò che stava succedendo e gli dissi che andavo da Barone in cerca di danaro. Parlai con Luciano spiegandogli la situazione e lui, togliendo il denaro dalla cassa, non ebbe difficoltà a darmi $28, perché sapeva che io avevo un libretto di deposito presso la loro banca. Ritornai in fretta all’asta che era già finita e coloro che avevano partecipato, stavano prendendosi ciò che avevano acquistato. Pagai, mi consegnarono una ricevuta e subito, degli uomini del personale, spinsero il veicolo fino alla strada. Mi consegnarono le chiavi e la documentazione e sparirono. Io non sapevo guidare e anche Chickie era nelle medesime condizioni, per cui non facemmo altro che spingerla l’automobile finché arrivammo a parcheggiarla di fronte alla casa, il che fu motivo di attrazione per tutti. Adesso ero padrone di un’automobile, ma come avrei potuto farla funzionare? Passai il pomeriggio ispezionando l’interno; seduto al volante avevo la pretesa di farla marciare, ma non sapevo come. Il giorno dopo si trovò a passare il mio vicino Buster, e, trovandomi nella macchina, mi suggerì che probabilmente non c’era benzina nel serbatoio e quello poteva essere il motivo per cui il veicolo non partiva. Mi prestò, allora, un bidone e andai a cercare un po’ di combustibile, che subito dopo, gettai nel serbatoio della mia automobile. Mi sedetti di fronte al volante, inserii la chiave e la girai, ma il motore non si mise in moto. “Dai un po’ con l’accelleratore”, mi indicò Buster, e dai varie volte, aggiunse. Seguii le sue istruzioni e sentimmo un rumore, sembrava che partisse, ma non fu così. Ripetei la manovra schiacciando il bottone d’avviamento e dopo alcuni lamenti, il motore si mise in moto. In quel momento ero il più felice dei ragazzi di Poughkeepsie. Quella sera il mio mangiare si raffreddò, ma non mi importò. Ciò che mi importava era che il motore funzionasse. Chiamai tutti quanti volessero ascoltarmi affinché venissero, vedessero il mio acquisto appena fatto e come funzionava il motore, con ritmo uniforme e soave. […] Dopo, mi divertii più di un’ora avviandola avanti e dietro: marcia avanti e retroversione. Era necessario, però, che imparassi presto a guidare, perché nonostante i mei tentativi, i progressi erano lenti. Questa fu una cosa molto importante nella mia vita e così non tardai a raccontarlo a mia madre. Nella lettera, le ricordai quell’occasione in cui le avevo domandato se un giorno avrei potuto possedere un’automobile e lei mi aveva risposto che un giorno questo sarebbe accaduto. Le dicevo, allora, che le sue predizioni si erano avverate e che io avevo fiducia che la stessa cosa si avverasse per la compera della casa che volevo per lei, mio padre e mia sorella Rosina. Intanto si avvicinava il 4 luglio, la festività nazionale, e le condizioni del paese stavano peggiorando.
Il viaggio
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operaio, commercianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1926Periodo storico
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