Mestieri
operaio, commercianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1926Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)È il 1931, Antonino ha conosciuto e sposato Marie, insieme aspettano l’arrivo di una bimba, Georgia. La famiglia si allarga e le preoccupazioni per l’economia domestica aumentano.
Nella terza settimana di ottobre 1931, nacque nostra figlia. I nostri amici e vicini, vennero a conoscere il nuovo membro della famiglia Di Rosa, portandole regali e altra roba. Radianti e felici, trasferimmo la nostra piccola dall’ospedale Vassan alla nostra casa, ma siccome non avevamo una culla per lei, la istallammo in una scatola che avevamo preparato. Dovevamo cercarle un nome. Insinuai di chiamarla Georgia, in omaggio a mia madre, il che Marie accettò.
Palumbo e sua moglie, i quali ci consigliavano nell’allevare la bambina, erano eccellenti ed insostituibili amici.
Era una vera fortuna vivere con loro. Tutto andò bene fino a novembre. All’avvicinarsi dell’inverno, le richieste di pietrisco diminuirono, così che Patsy mi avvertì che avrebbe avuto bisogno di me soltanto fino al 15 del mese.
Di nuovo, ero senza lavoro. Andavo tutti i giorni da Barone aiutandolo a scaricare i camion che gli portavano
la merce sistemandola sugli scaffali corrispondenti.
Il signor Barone mi dava il latte e altre cose utili. Nel frattempo il mio conto in banca diminuiva di giorno in giorno,
ragion per cui io stimavo straordinariamente il comportamento dei coniugi Palumbo, i quali, sapendomi fallito e senza prospettive di lavoro, né possibilità di ricevere denaro da alcuna parte, continuavano a darmi alloggio nella loro casa.
Il mese di dicembre mi sorprese in queste condizioni. Fu allora che osservai che le autostrade erano percorse da camion carichi di alberi. Il signor Barone acquistò due cariche di alberi per Natale, offrendomi di occuparmi della loro vendita. Certamente accettai la proposta, in modo che cominciammo a scaricare i camion, portando gli alberi nel cortile del negozio. Ce n’erano di tutti i prezzi: oscillavano tra i 30 centesimi e i 2 dollari, secondo la loro misura. La gente non aveva molto denaro e sebbene conservasse lo spirito e l’intenzione di celebrare Natale, non poteva acquistare gli alberi di maggior prezzo. Io, di solito, cercavo di convincere i clienti a comperare gli alberi più cari, ma i compratori non avevano o non volevano spendere più di 1 dollaro. Mancavano solo 4 giorni a Natale e ancora restava una buona quantità di alberi da vendere e così suggerii al signor Barone di diminuire il prezzo. Mi disse di usare li senso comune e mi autorizzò a fare di testa mia, cercando di ottenere il miglior prezzo. La vigilia di Natale, praticamente erano stati venduti tutti gli alberi, ma siccome le vendite le avevo fatte di testa mia, ne regalai qualcuno agli amici, che, nonostante la diminuzione dei prezzi, non potevano pagare la spesa. Il giorno di Natale pulii il luogo dove erano stati gli alberi e al finire il lavoro, il signor Barone mi chiamò nel suo ufficio.
Abbracciandomi mi disse che io ero un commerciante innato e un bravo venditore e mi disse di cercare di mettermi in commercio in proprio poiché avevo abilità a vendere e convincere la gente. Subito mi diede $50 per le due settimane
di lavoro e mi regalò delle merci e una bottiglia di latte per mia figlia. In casa aggiustai i conti con il signor Palumbo, pagando il debito dell’affitto e ciò rallegrò moltissimo Marie, così come pure per le merci che le avevo portato a casa.
Il giorno dopo ascoltammo la Messa e dopo andammo a fare visita ai genitori di Marie, con i quali passammo tutta la giornata. Con mio piacere, cominciò una soave nevicata, che trasformò tutto in un meraviglioso spettacolo tinto di bianco. Arrivati a casa, avvolgemmo con cura nostra figlia e la signora Palumbo ci offrì caffè ben caldo con biscotti caserecci, godendo in loro compagnia, gli ultimi momenti di un Natale perfetto.
Il viaggio
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