Mestieri
geodetaLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
EritreaData di partenza
1888Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Il geodeta Angelo Tacchini è in movimento, in Eritrea, nel 1888: guida una carovana militare fatta di italiani e di soldati irregolari arruolati tra i locali.
Ad ogni modo avrei proseguito il cammino se non mi fosse fortunatamente avvenuto ciò che ora narrerò. Non contenti di aver bevuto tanto nel far colazione, i baschi-buzuk avevano ancora sete; ma i miei soldati non volevano che bevessero. Io so come sia terribile patire la sete, comecché fossi certo che in quel momento la scorta non potesse, né dovesse avere molta sete, feci una piccola predica raccomandando di bere il meno possibile per non trovarsi nella dolorosa circostanza di soffrire molto quando fossimo molto lontani dal luogo dove si potrebbe provvederci d’acqua. Il Caporalino dei cammellieri, A., che capisce abbastanza il mio Italiano e fa da interprete, ha rivolto alla scorta il mio piccolo discorso, e nello stesso tempo ho detto al mio appuntato di dare mezzo bicchiere d’acqua a cadauno. Tutti i baschi-buzuk, compresi due servi del generale i quali mi sono stati dati da lui stesso come stinchi di santi, hanno rifiutato l’acqua facendo segno che volevano la tazza piena, e, così indicando, sgranavano occhi non da far paura, ché il figlio di mio padre non teme alcuno, ma da far nascere il dubbio che, ad acqua finita, facessero di me come i loro cari commilitoni hanno fatto col capitano Cornacchia a Saganeiti! Mi sono alzato di scatto e con un aspetto che doveva essere terribile, ho ordinato ai miei soldati di disarmarli tutti. Certo che quello poteva essere l’ultimo mio quarto d’ora, poiché il soldato, a qualunque costo non dovrebbe mai lasciarsi disarmare da gente inerme; ma il mio comando è stato impartito con tanta, lasciatemi dire, energia; e il mio aspetto doveva essere così fiero che non hanno fatto resistenza. Soltanto mi hanno fatto dire dall’interprete che non sarebbero tornati ad Archico, per paura di essere messi in gattabuia. «Se non vogliono tornare indietro, si fermino qui» ho risposto io; «un’altra volta impareranno a essere più ragionevoli. Avanti tutti voi altri, che questi mori maledetti vadano a farsi benedire da Maometto». Ora siamo qui attendati, forse vicini e forse molto lontani dalla punta del monte, il quale è così mal piantato che non so come andrà a finire! Sarebbe bella davvero se, dopo tutto, dovessi tornare indietro colle pive nel sacco!! Ma non mi sgomento. Dovessi morire di sete morirò… geodeticamente! Ed ora, lasciamo che le scimmie gridino, e mettiamoci a dormire! Felice notte angioletti miei! Io credo che il vostro amore mi salverà per sempre!
Il viaggio
Mestieri
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EritreaData di partenza
1888Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Gli altri racconti di Angelo Tacchini
Basci-buzuk
30 ottobre Domani tornerò ad Archico; anzi vi andrò oggi stesso a preparare la carovana. 31 Accampamento...